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L’opposizione chiede chiarimenti in consiglio. Maggioranza ancora unita

Sindaco difeso a spada tratta dagli alleati anche dopo che la procura ha rincarato. Le opposizioni: «Venga mercoledì in consiglio e chiarisca la sua posizione»

di Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. «Fiducia totale in Palazzi». La maggioranza di centrosinistra fa ancora quadrato attorno al sindaco. Il fatto che la procura stia indagando sui rapporti di conoscenza tra il sindaco e l’operatrice culturale intercorsi tra novembre 2016 e novembre di quest’anno nonostante Palazzi, in prima battuta e sconvolto da quello che gli stava capitando, avesse ridotto di molto il periodo, non modifica l’atteggiamento dei capigruppo di Pd, Lista gialla e Sinistra italiana.

Nemmeno le indiscrezioni circa messaggi e foto hard inviati da Palazzi alla donna, fanno spostare di un centimetro il giudizio del centrosinistra nei suoi confronti. «Rinnovo la mia fiducia personale e politica in Mattia - afferma il capogruppo dei dem Giovanni Pasetti. Il nostro lavoro continuerà nella sessione di bilancio secondo le scadenze previste. La maggioranza è compatta» assicura. E se la prende con «la fuga di notizie, un fatto grave perché vengono riportati brandelli di conversazione che non sono comprensibili nella loro interezza. Il momento è difficile per tutti, ma lavoriamo per la città e questo è il nostro scopo fondamentale».

Sul fronte dell’opposizione si aspetta la seduta del consiglio comunale di mercoledì (ore 17) per mettere qualche punto fermo a quanto sta succedendo: «L’accusa di tentata concussione è grave - dice il capogruppo di Forza Italia, Pier Luigi Baschieri - Attendiamo da Palazzi un chiarimento in aula. È lui che deve dirci se è in grado di andare avanti e di proseguire il mandato politico. Noi aspetteremo le conclusioni delle indagini perché non siamo un partito garantista a corrente alternata e teniamo al bene della nostra città». Una volta di più è Davide Provenzano, capogruppo della Lista gialla, a far capire l’umore della maggioranza: «Piena fiducia e solidarietà al sindaco. Siamo tutti compatti e decisi ad andare avanti. Quanto alla vicenda in sè, le cose devono essere contestualizzate e sono sicuro che Palazzi lo farà nel faccia a faccia di domani con il procuratore. Credo che la difesa debba avvenire in quella sede: tutto quello che emerge da indiscrezioni e pettegolezzi lascia il tempo che trova». «Mi affido alla magistratura - fa eco Fausto Banzi, capogruppo di Sinistra italiana - e non a quello che leggo sui giornali. Se ci sarà un rinvio a giudizio, vedremo che posizione prendere, sino ad uscire dalla maggioranza. Sono umanamente vicino a Palazzi e ho completa fiducia nella magistratura. Se uno ha sbagliato, paga; e questo vale per tutti, me compreso».

Alessandra Cappellari, capogruppo della Lega, si astiene dal commentare la vicenda giudiziaria, «che non conosco», in vista dell’interrogatorio. «Dal punto di vista politico - aggiunge - ripeto quanto già detto: lasciamo alla sua coscienza se dimettersi o meno; fossi in lui, molto probabilmente mi dimetterei».

Paola Bulbarelli, capogruppo dell’omonima lista civica, rivolge un appello al sindaco: «Venga in aula a spiegarci come intende andare avanti, ci vuole massima chiarezza e sincerità per rispetto dei mantovani. Non sono colpevolista, ma molto preoccupata per la mia città. Spero che si faccia chiarezza al più presto, a cominciare dall’interrogatorio di domani. Credo che il consiglio di mercoledì si svolgerà in base a quello che accadrà davanti ai magistrati. Detto questo, dal punto di vista umano mi spiace per Palazzi».

«Noi abbiamo concordato una linea secca - ricorda Michele Annaloro, capogruppo dei Cinque Stelle -: rispetto per l’operato della magistratura e per l’uomo e niente coltello rigirato nella piaga. Noi, Palazzi, lo vogliamo battere sul piano politico. Abbiamo chiesto che venga domani in consiglio a spiegare che cosa sia successo e che cosa pensi di fare perché io credo che un’idea se la sia già fatta». Chiude Luca de Marchi, gruppo misto: «Presenterò in aula una mozione d’ordine per invitare il sindaco a spiegare come stanno le cose e che cosa vuol fare. E chiederò di votare sulle sue dimissioni da assessore alla cultura».
 

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