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Venduto l’ex zuccherificio di Sermide

I 120mila metri quadri e gli edifici a una società milanese per 130mila euro. Il sindaco: «Speriamo si inverta l’agonia»

di Francesco Romani
1 minuto di lettura

SERMIDE E FELONICA. A 23 anni di attesa dal primo acquisto, il complesso dell’ex zuccherificio passa di mano. Ad aggiudicarselo all’asta a fine luglio, per 130mila euro, una società milanese che la scorsa settimana ha formalizzato l’acquisto. «Ora speriamo che inizi un percorso per invertire il degrado dell’area» il commento a caldo del sindaco di Sermide e Felonica, Mirco Bortesi. A seguire le trattative il geometra Gianfranco Chiari che ora avrà il compito di fare da tramite fra la vecchia e la nuova proprietà.

Lo zuccherificio era nato negli anni ’20 per opera della Sermide spa della famiglia genovese Schiaffino. Con quelli di Mantova ed Ostiglia dava lavoro a circa 2mila persone ad ogni stagione saccarifera. Oltre agli edifici industriali, possiede anche le residenze per la guardiania e la direzione. In particolare la “Villa dei direttori”, costruita negli anni ’30 su progetto dell’architetto Renzo Zavanella, è rimasta uno dei rari esempi di razionalismo architettonico oggi tutelato dal vincolo della Soprintendenza imposto nel 2013.

La chiusura per fallimento dello zuccherificio avvenne nel 1982. Acquistato dalla Iseo spa della famiglia modenese Ansaloni, doveva essere trasformato in area commerciale ed abitazioni. Ma da subito la demolizione degli impianti interni ha fatto emergere problemi per la presenza di amianto che hanno portato al sequestro dei cantieri. Nell’89 la proprietà passò alla House & Lot srl, sede a Mantova, al 100% del gruppo Ansaloni che proseguì nella bonifica con notevoli investimenti.

Nel 2010 l’allora Comune di Sermide, per favorire la ripresa, diede il via ad un piano di lottizzazione che prevedeva circa 20mila metri quadri di terziario commerciale ed altrettanti residenziali, oltre a quasi 20mila metri di verde. Ma il fallimento della Iseo e delle consociate nel 2015 ha nuovamente bloccato ogni iniziativa. Da allora l’area giace nel più completo abbandono.

La prima asta di vendita dei 180mila metri quadri si è tenuta nel 2016 partendo da una base di quasi due milioni. A fine luglio scorso, la cifra era scesa a 173mila e un’offerta minima 130mila, quella presentata dall’unico partecipante che si è aggiudicato il lotto di 117mila metri quadri. I 70mila rimanenti, vincolati dal rispetto cimiteriale, sono rimasti in mano del fallimento.

«La proprietà ha espresso l’intenzione di presentarsi agli amministratori comunali la prossima settimana – conferma il geometra Chiari –. Sarà in quell’incontro che probabilmente sveleranno le carte sul futuro dell’area».

Per ora si sa che in base alla destinazione urbanistica potrà sorgere un piccolo comparto di vendita non alimentare accanto al Famila e il rimanente saranno abitazioni e verde.
 

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