Contro la povertà accordi con le agenzie interinali
Domenica 19 novembre si è celebrata la prima Giornata mondiale dei poveri, indetta da papa Francesco. L’evento ha fornito l’occasione, ad istituzioni e associazioni, di fare il punto su un tema di grande attualità
di Riccardo Negri
VIADANA . Domenica 19 novembre si è celebrata la prima Giornata mondiale dei poveri, indetta da papa Francesco. L’evento ha fornito l’occasione, ad istituzioni e associazioni, di fare il punto su un tema di grande attualità. Nel territorio viadanese, la questione povertà è strettamente connessa alla difficoltà di trovare o mantenere un’occupazione dignitosa. Che sia il lavoro la grande emergenza, lo confermano ad esempio Alessia Minotti (assessore ai servizi sociali), Daniela Ottoni (direttore consorzio “Servizio alla persona”) e Luigi Maioli (referente operativo Caritas parrocchiale). «La maggior parte delle persone che si rivolgono al Comune per un aiuto - dice la Minotti - sono cittadini che hanno perso il lavoro (spesso ultra 50enni), giovani che faticano a trovarlo, o donne sole con figli». L’ente locale non può fare mediazione tra domanda e offerta occupazionale: «Ci preoccupiamo però di attivare canali di comunicazione. Sono allo studio anche accordi con le agenzie interinali».
Progetti specifici sono già attivati invece per le persone con disabilità: «Purtroppo le aziende preferiscono pagare multe, piuttosto che assumere invalidi gravi». «La mancanza di lavoro - nota la Ottoni - comporta a cascata conseguenze come la difficoltà a pagare mutui, affitti e utenze. La carenza materiale spesso porta a depressione. C’è chi cade nell’alcolismo o nel gioco d’azzardo, con costi sociali pesantissimi». Tra le vittime vi sono i figli: «Per la difficoltà a pagare la retta, i bambini non vengono mandati all’asilo, o a fare sport: ne derivano problemi di inserimento e socializzazione, e in generale una minore qualità della vita». Di recente il Comune ha messo a bando contributi per il contrasto della povertà. Tra i requisiti per accedere, dichiarare un reddito Isee non superiore a 7500 euro. Ebbene, sono state ammesse le domande di ben 199 nuclei famigliari (su circa 8000 famiglie residenti).
«Il banco alimentare Caritas - conferma Maioli - segue 177 famiglie, di cui 73 italiane: in tutto circa 400 persone. E pensiamo che molti, per vari motivi, non possano o vogliano rivolgersi a noi. La crisi non è finita: al nostro punto d’ascolto, accogliamo ogni settimana persone sotto sfratto, o incapaci di pagare le utenze. Facciamo ciò che possiamo. Tanti chiedono semplicemente di essere ascoltati: il conforto umano è la prima forma di carità che possiamo donare». (r.n.)
I commenti dei lettori