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Circolo Canottieri, troppe schede. Sospeso il voto sulla piscina coperta

Si interrompe lo scrutinio al teatro Sociale: la parola passa al notaio. E per l’inceneritore ex Burgo sarà pagato un monitoraggio

Maria Antonietta Filippini
3 minuti di lettura

MANTOVA. Inceneritore della cartiera ex Burgo e piscina coperta hanno reso infuocata l’assemblea della Canottieri Mincio ieri mattina al Teatro Sociale, pieno fino al loggione. Molti soci non avevano mai partecipato prima a una assemblea. Tanto che durante l’interminabile accreditamento, si è persino temuto che gli 830 posti non bastassero. Fra presenti e deleghe (due a testa) si è superata quota 1.500. Grande prova di partecipazione, ha commentato il presidente Massimo Dal Forno. Che però si è trovato di fronte il colpo di scena finale: spoglio dei voti sospeso e rischio di dover annullare il voto e rifare l’assemblea sulla copertura della piscina tra il lago e la darsena. Dai commenti raccolti all’entrata e dal fragore degli applausi, sembrava prevalere il no. Ora sta al notaio Pierpaolo Barosi sciogliere il rebus giuridico entro due-tre giorni.

Il presidente ha invece subito accolto l’invito a un monitoraggio di aria e suolo alla Cano prima che sia acceso l’inceneritore in Cartiera, per verificare se l’inquinamento crescerà. Il tema, al primo punto, è stato illustrato da Gigliola Ploia che ha esordito ricordando la raccolta di 800 firme tra i soci. «Nel convegno ‘Che aria tira?’ avevamo invitato Paolo Ricci dell’Ats e l’ingegner Umberto Maffezzoli» ha ricordato Ploia precisando che l’esperto della sanità pubblica ha evocato un maggior rischio per anziani e bambini e nuovi tumori, mentre il consulente ambientale del Comune «non è venuto, non per sua volontà».

Avrebbe in realtà dato un parere negativo, di cui la giunta non ha tenuto conto, ipotizza l’ingegner Ploia ricordando al Comune il diritto dei cittadini di sapere. «Chiederò l’accesso agli atti» ha poi promesso il consigliere comunale Giuliano Longfils.

«Il camino è lo stesso, ma l’inceneritore è nuovo – ha aggiunto Ploia – e brucia scarto di pulper (cellulosa, metalli pesanti e plastica) invece di fanghi secchi. Nel convegno delle Mantova Mothers è emerso che a Lucca si ricicla trasformandolo in pallet. Perché non farlo a Mantova invece di bruciare con emissioni sopra una scuola elementare, una materna, e la Cano, dove migliaia di persone fanno sport e stanno all’aria aperta?».

La Cano spenderà, dunque, 2.500 euro per il test aria-terreno in casa e chiede un monitoraggio stabile in via Verona. Si attende poi l’esito dei ricorsi al Tar.

Come sarà la piscina coperta lo ha spiegato l’ingegner Marco Spada con slide e video. A prima vista un impianto molto bello, con vetrate che d’estate si chiudono a pacchetto nascoste in quatto angoli a muro che continua sui lati corti. Peccato non sia in zona isolata, ma nel punto più bello. Tanto che gli oppositori guidati da Erina Zorzella parlano di progetto invasivo, nonostante gli enti preposti abbiano dato l’autorizzazione. Il Comune anzi aveva bocciato quello precedente e promosso questo dello studio Polaris.

Il voto di ieri era sul maggior costo: da circa 500 a 730mila euro, ma il dibattito si è esteso. Fino a Scardovelli che ha proposto un concorso gestito dall’Ordine degli architetti per ripensare tutta la Cano.

La vasca è amatissima dagli anziani per camminare in acqua. Poiché diventerà più profonda di 40 centimetri, come faranno? «Sull’unica corsia destinata a tale scopo – ha spiegato il presidente – collocheremo una pedana». Perplessità anche sul regolamento: potranno entrare per i corsi anche gli esterni, ma non gli amici dei soci per il nuoto libero.

Finalmente, il voto. Nuove code finché il consigliere Mirko Todeschi protesta. Un socio avrebbe inserito nell’urna un pacchetto di schede alto qualche centimetro invece delle tre consentite. Il presidente, annunciando il malaugurato inserimento non corretto, non vuole spiegare esattamente cosa sia successo. E, dopo una consultazione fra scrutatori, revisore e collegio sindacale, annuncia che si dirà qualcosa fra qualche giorno.

Cosa può essere successo? Vista l’ora tarda, ormai passate le 14, avendo iniziato alle 11.19 causa le due ore di coda per gli accrediti, molte persone se n’erano andate a casa per il sacro rito del pranzo domenicale. È possibile che qualcuno abbia lasciato le schede ad altri soci da infilare nell’urna, ma è vietato.

Certo se le schede, che erano tutte nominali, risultassero molte di più degli effettivi presenti, significherebbe che sono state inserite anche le schede degli assenti. In ogni modo, se la differenza tra i sì e i no fosse molto netta – ad esempio 900 contro 600 – il risultato sarebbe comunque chiaro. E molti davano nettamente vincente il no, che avrebbe messo in imbarazzo il neopresidente alla sua prima assemblea. In caso di uno stacco da uno a 20 voti, l’irregolarità fa la differenza. Ora, prima di completare lo spoglio, verranno studiate tutte le ipotesi, per evitare errori e ricorsi.

Le tariffe restano uguali, unica variazione un balzello dello 0,8% dovuto all’aumento Istat.



 

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