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L'imprenditore scomparso ora è a casa. La moglie: ha subìto pressioni da persone cattive

Ernesto Valerio, 34 enne, era assente da lunedì 11 dicembre. Per lui le forze di polizia si erano impegnate in ricerche in tutta Europa. L'indagine non si ferma: ci sono molti aspetti da chiarire

Giancarlo Oliani
2 minuti di lettura

L'imprenditore scomparso Valerio è tornato a Mantova, le parole della moglie

MANTOVA. Ernesto Valerio è tornato. Per la gioia dei molti che lo aspettavano e lo hanno cercato in questi giorni. C’è ancora tanto da chiarire in questa vicenda, però. Lo dimostra il fatto che i carabinieri, dopo averlo sentito ieri mattina per oltre tre ore, confermano che altri accertamenti sono in corso su delega della Procura. Lo conferma anche la moglie che alla domanda: «Ha subito minacce?» Lei risponde: «No. Ma pressioni sì. Tante. E da persone cattive. Mio marito è stressato».

Il dirigente 34enne della Governolese, dopo una settimana di fuga, ha dunque riabbracciato la sua famiglia, la moglie e i genitori che sabato 17 dicembre sera sono andati a recuperarlo a Genova. È tornato a casa all’una di notte e  domenica  mattina, attorno alle dieci, ha varcato la soglia del comando provinciale dei carabinieri. Là ha raccontato il perché di quella fuga apparentemente immotivata. Ad aspettarlo, fuori dalla porta, la moglie Giulia Cavicchini e i genitori, molto provati. Con l’aiuto della moglie è stato possibile ricostruire le tappe del suo viaggio, che sembrava destinato a non avere un ritorno.

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Determinante il lavoro investigativo svolto da Fabrizio Crisafulli, il comandante del nucleo operativo e radiomobile dei carabinieri di Mantova. È stato lui, con i suoi uomini, a scoprire i movimenti di Ernesto Valerio, attraverso l’esame delle telecamere, che lo hanno visto approdare alla stazione ferroviaria di Mantova dove è salito su un treno che lo ha condotto a Torino. Da lì, sempre utilizzando mezzi pubblici, è arrivato a Barcellona. Voleva non essere riconosciuto e si è fatto tagliare i capelli, poi è entrato in un negozio e ha acquistato abiti nuovi. I suoi li ha regalati a degli accattoni.

Quando sabato ha telefonato alla moglie dicendo che aveva deciso di rientrare ha raccontato d’aver gettato in mare il suo cellulare perché non voleva più sentirlo squillare. Giovedì, dopo aver girovagato per le strade della città catalana, decide di chiamare un amico. È quello che gli ha fatto da testimone di nozze. Gli chiede di raggiungerlo e di riportarlo a casa. Venerdì mattina i due sono sulla via del ritorno. In autobus raggiungono Marsiglia e poi Genova dove i genitori lo stanno aspettando per portarlo a casa dove arriva all’una di notte. La moglie, ieri mattina, era con lui nella caserma di via Chiassi.

E parla a ruota libera: «Mio marito è stanco. Sotto choc. Pesantemente sotto choc. Ha voluto staccare ma lo ha fatto in modo troppo forte. Troppe pressioni su di lui. Il telefono era diventato un’ossessione e il motivo di nostre frequenti discussioni. Ma ci sono tante cose da vedere. Lui è vittima di se stesso ma anche di qualcun altro». Parole pesanti che inducono a pensare che ci sia qualcosa di diverso, forse di più preoccupante.

Da qui gli accertamenti che i carabinieri stanno effettuando su delega della Procura. All’uscita della caserma Ernesto Valerio era sorridente ma anche molto teso. Stando a quanto dichiarato la moglie del calcio non ne vuole più sapere.

 

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