Nuovi collegi alle elezioni: voto sdoppiato alla Camera
Politiche, nell’uninominale con Suzzara anche 58 Comuni bresciani e cremonesi. E per il Senato plurinominale il territorio si allarga alle province di Pavia e Lodi
di Sandro MortariMANTOVA. Due collegi uninominali per la Camera dei deputati e uno per il Senato, con un mescolamento di Comuni mantovani, cremonesi e bresciani che potrebbe ribaltare l’esito delle elezioni politiche rispetto al 2013. Senza scordare che nel collegio plurinominale per Palazzo Madama il territorio si allarga fino a comprendere il pavese e il lodigiano.
È quanto emerge dalla suddivisione della Lombardia in tanti collegi voluta dal Rosatellum. La versione non è ancora quella defintiva (si attende il decreto del presidente della Repubblica entro questa settimana), ma in Lombardia il dado è tratto. Non sono previste, infatti, modifiche rispetto alla proposta iniziale. E così, per quanto riguarda i collegi uninominali della Camera, dove ci sarà lo scontro diretto all’ultimo voto tra i vari candidati e da cui ne uscirà vincitore uno soltanto, emergono le novità sostanziali. Innanzittutto i due collegi, Mantova e Suzzara, rispecchiano quelli del Senato del vecchio Mattarellum del 1993.
Cioè, la provincia mantovana è stata suddivisa longitudinalmente a metà (con il vecchio uninominale i collegi erano tre: Mantova, Suzzara e Castiglione). E non mancano le sorprese. Solo il collegio di Mantova comprende Comuni mantovani, però appena 40. Gli altri 28 sono stati dirottati in quello di Suzzara assieme a 48 cremonesi (tra cui Piadena e Casalmaggiore) e 10 bresciani come Fiesse, Alfaniello, Pontevico e Gambara. Con questa suddivisione il centrosinistra mantovano che si riunisce attorno al Pd, solitamente dominatore in una provincia rossa come quella virgiliana, trema. Soprattutto nel collegio di Suzzara dove, tra roccheforti rosse come Pegognaga, Suzzara e Moglia e Comuni cremonesi e bresciani, non è scontato che il candidato sia mantovano. In più ci si mettono i sondaggi che non sono favorevoli al Pd, alle prese con l’incognita della lista Liberi e Uguali.
Nel collegio di Mantova le cose vanno un po’ meglio, ma anche qui il centrosinistra viene dato in affanno (per lo meno il candidato del Pd sarà mantovano). Ribaltando la situazione, nei due collegi è il centrodestra ad avere le prospettive migliori per strappare almeno un collegio, cosa che non succede dal 1994 (anche da questa parte resta l’incognita della mantovanità dei candidati più forti). I Cinque Stelle potrebbero affidarsi almeno ad un mantovano, ma pagherebbero la loro corsa solitaria. Ricordiamo che con i due collegi uninominali longitudinali del Senato il centrosinistra mantovano ha sempre eletto il suo candidato in quello di Mantova mentre in quello a scavalco il via libera è stato sempre per un senatore cremonese.
Il collegio uninominale del Senato è la sommatoria dei due collegi uninominali della Camera e comprende ben 126 Comuni tra Cremona, Mantova e Brescia. Anche qui il centrodestra potrebbe beneficiare della suddivisione territoriale e piazzare il colpo a sorpresa. Ci si chiede, però, quanti saranno i candidati mantovani che si sfideranno.
Sul fronte proporzionale, tra Camera e Senato sono otto (quattro e quattro) i seggi in palio. Per la Camera ci si dovrà confrontare nel collegio unico comprendente Mantova, Suzzara e Cremona, mentre per Palazzo Madama addirittura si va su un collegio unificato tra Mantova, Pavia e Cremona (quest’ultimo comprende anche la provincia di Lodi). Considerando che le liste per il proporzionale saranno formate da quattro nomi, i candidati mantovani dei vari partiti al massimo saranno due per la Camera e uno per il Senato. Tutta da decidere, però, la loro posizione. I capilista sicuramente saranno eletti, per gli altri conteranno i voti presi: per palazzo Madama, addirittura su un territorio doppio rispetto a quello per Montecitorio. Difficile che un mantovano la spunti.
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