Crescono puntate e malati, in città è emergenza slot
L’anno scorso nel solo territorio comunale bruciati 84 milioni per le scommesse. L’unica misura-scudo: niente nuove sale entro 500 metri da scuole e ospedali
di Sandro MortariMANTOVA. Il gioco d’azzardo legale sta diventando sempre più una malattia anche a Mantova, dove le sale scommesse nel 2016 erano 67 (586 in tutta la provincia). Dati preoccupanti, tant’è che il Comune ha deciso di correre ai ripari. La prima misura adottata dalla giunta è stata la revisione della cartografia per riperimetrare la zona dove non è possibile collocare nuove slot machine confermando la vecchia disposizione della Regione che la vieta nel raggio di 500 metri dai cosiddetti luoghi sensibili.
«Abbiamo dovuto adeguare il nostro regolamento del 2016 – spiega l’assessore al welfare Andrea Caprini – dopo la modifica introdotta dalla Regione sulle palestre che non vengono più considerate obiettivi sensibili e che, quindi, escono dal divieto dei 500 metri». Nella delibera si specifica che luoghi sensibili sono le scuole di ogni ordine e grado, i luoghi di culto (chiese, sale di preghiera, scuole di religione e centri culturali dove si svolge attività religiosa), impianti sportivi (solo quelli riconosciuti dal Coni), strutture residenziali o semi residenziali in ambito sanitario o socio-sanitario (case di riposo e ospedali), strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile e oratori. Al dirigente che rilascia le autorizzazioni viene dato mandato di «definire caso per caso la soluzione più restrittiva».
La seconda misura adottata per limitare la diffusione del gioco d’azzardo è il mantenimento dell’ordinanza del 2015 del sindaco Sodano che limitava gli orari di apertura delle sale giochi e scommesse: «È uno strumento adatto a contenere il fenomeno - riconosce l’assessore - a cui aggiungiamo il nostro impegno a fare attività di prevenzione nelle scuole e a sensibilizzare la cittadinanza sul fenomeno: i dati ci dicono che giocando non si vince nulla, che si gioca dieci per vincere solo otto».
Caprini parla a ragion veduta. La decisione della giunta di dare un giro di vite al gioco d’azzardo patologico è supportato da una serie di dati forniti dall’Agenzia dei monopoli sul fenomeno a Mantova. Emerge che le puntate sui giochi e sulle macchine mangiasoldi in un anno, dal 2015 al 2016, sono aumentate dell’1%, passando da 83 milioni 700mila a 84 milioni 258mila euro.
Quello che più dovrebbe indurre i giocatori incalliti ad abbandonare questa strada sono i dati sulle vincite, diminuite in un anno dell’8%, da 70 milioni 492mila a 65 milioni 985mila euro. È aumentata, invece, del 32% la spesa dei giocatori (la differenza tra i soldi raccolti dai vari giochi e le vincite registrate) che dai 13 milioni 208mila di due anni fa è arrivata a 19 milioni 214mila euro dell’anno scorso. Quello che più preoccupa il Comune è l’aumento del numero di persone seguite dal Servizio dipendenze dell’Asst. Secondo i dati forniti dall’Azienda socio-sanitaria territoriale quest’anno sono 76 le persone in cura nel distretto di Mantova per patologie legate al gioco d’azzardo, su un totale di 121 in tutta la provincia. Nel 2014 erano 64 su scala provinciale, salite nel 2015 a 70, di cui 43 nel distretto di Mantova.
Numeri che allarmano perché, come sottolinea nella sua relazione il dirigente del welfare in Comune, Ernesto Ghidoni, «gli utenti che accedono ai servizi sono solo una piccola parte dei giocatori patologici, la gran parte dei quali rimane in una zona d’ombra difficilmente intercettabile».
Ecco l'ultima inchiesta del gruppo Gedi, di cui fa parte la Gazzetta di Mantova, sul gioco d'azzardo in Italia con tutti i numeri.
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