No della Fasolato a Palazzi. Poi il dialogo con i legali
La pm si oppone alla restituzione di telefono e tablet: deciderà il giudice Gli avvocati offrono collaborazione, ma frenano sulla richiesta danni alla Nizzoli
MANTOVA. Giacomo Lunghini e Silvia Salvato, legali del sindaco, sono tornati a chiedere ieri mattina il dissequestro di telefono, tablet e computer di Mattia Palazzi. Lo hanno fatto nel corso di una nuova udienza al tribunale del Riesame, incontrando l’opposizione del procuratore Manuela Fasolato, contraria alla restituzione.
Il materiale è sotto sequestro, sul piano formale, sia per l’inchiesta per tentata concussione per la quale la pm ha chiesto l’archiviazione sia per il filone che vede il sindaco ancora indagato per abuso d’ufficio nella gestione dei fondi alle associazioni. Ora a decidere dovrà essere il giudice Giuditta Silvestrini.
A margine dell’udienza al Riesame, ieri ci sono stati altri due incontri. Uno tra i legali e lo stesso sindaco e l’altro, negli uffici di via Poma, tra gli avvocati e la stessa Fasolato. È stato, riferiscono dall’entourage del sindaco, un colloquio cordiale, nel corso del quale Lunghini e Salvato hanno offerto la loro disponibilità a collaborare con i magistrati per ricostruire la vicenda che ha portato Elisa Nizzoli a diffondere messaggi falsi. Qualcuno l’ha indotta a farlo? In che modo quegli screenshot sono arrivati nelle mani delle opposizione e da lì al comando dei carabinieri? È in questa direzione che potrebbero ora procedere le indagini. Anche se va ricordato che in via Poma deve ancora arrivare la perizia della società bresciana che ha vagliato i due cellulari e che l’archiviazione per Palazzi, chiesta dall’accusa, dovrà passare al vaglio del giudice. Ed è un’archiviazione alla quale potrebbe opporsi il legale della Nizzoli, Davide Pini.
A proposito della 38enne, l’atteggiamento del sindaco e dei suoi legali resta soft. Gli strali di Palazzi vanno pubblicamente verso gli oppositori politici: ecco allora che all’avvocato Lunghini pare «prematura e tutta da valutare» un’eventuale richiesta di danni alla donna. È stata lei, modificando i messaggi, a dare il la alla vicenda, ma non c’è intenzione di presentarle alcun conto. Diversamente da quanto, in sede civile, Palazzi è deciso a fare con qualche giornale o oppositore.
La scelta potrebbe intrecciarsi con ragioni di immagine, che suggeriscono di evitare l’accostamento con la donna della quale il sindaco si era fidato al punto da scambiare messaggi e foto a sfondo erotico: tutte circostanze che, evidentemente, è interesse di Palazzi non rimettere al centro dell’attenzione in un’aula di tribunale. Ma una decisione definitiva sull’eventuale richiesta danni alla Nizzoli non è stata presa.
C’è poi aperto il fronte dell’indagine per abuso d’ufficio per i contributi alle associazioni. La difesa ha pochi elementi su cui lavorare, perché i magistrati non hanno scoperto le carte. I legali di Palazzi produrranno una memoria nella quale spiegheranno come avviene la gestione dei fondi. In termini generici, perché al momento non ci sono contestazioni su casi specifici. (ga.des)
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