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No all’archiviazione. Il legale della Nizzoli pronto a opporsi

Caso Palazzi, l’avvocato dopo aver letto gli atti dell’inchiesta: «Non tutto è stato chiarito. Pubblico e privato mescolati»

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MANTOVA. Ha letto le centinaia di pagine di atti dell’inchiesta e al termine ha deciso che la linea da tenere, secondo lui, è quella di chiedere al giudice per le indagini preliminari Gilberto Casari di non archiviare l’indagine a carico di Mattia Palazzi per tentata concussione ai danni di Elisa Nizzoli, la sua assistita. Nonostante sia stata la stessa procura a chiedere di non procedere con il processo contro il sindaco. Davide Pini, il legale della trentottenne che ha confessato di aver modificato i tre messaggi al centro dell’esposto che ha avviato l’indagine, proporrà la sua linea alla Nizzoli nei prossimi giorni e poi lascerà che sia lei a decidere.

L’avvocato usa toni pacati e prova a spiegare il suo punto di vista: «I motivi per cui la procura ha chiesto l’archiviazione sono chiari e capisco la loro scelta, dunque la mia non è una linea polemica o di scontro – premette Pini – ma la decisione dei magistrati non mi convince, io credo ci sia ancora molto da chiarire in questa vicenda. Come si può archiviare per tre messaggi falsificati la stessa mattina se si era ipotizzato un reato continuato lungo un anno? Mi pare anomalo. Lo spettro temporale e anche comportamentale del presunto reato è ben più ampio. Per intenderci e senza entrare nel dettaglio di quanto emerge dai verbali degli interrogatori, compreso quello di Palazzi: non credo si possa archiviare basandosi solo sui messaggi falsificati contenuti nell’esposto. C’è un rapporto lungo un anno nel quale la sfera pubblica e quella privata a me paiono mescolate e molto difficilmente scindibili. Io credo che tutto questo andrebbe approfondito e che non ci si debba limitare all’analisi dei tre messaggi contenuti nell’esposto».

Pini ha letto i verbali degli interrogatori di Palazzi, Nizzoli, Cinzia Goldoni (la presidente di Mantua Me Genuit) e Lorena Buzzago (la responsabile di Arte e ingegno sentita anche per i contributi alle associazioni) e dunque è sulle dichiarazioni rese dalle persone sentite dai pm che si è fatto l’idea che il caso non possa considerarsi chiuso. Anche perché agli atti c’è solo una parte del lavoro dei periti sui telefoni. Un lavoro che non si è ancora concluso.

Pini vedrà la sua assistita nei prossimi giorni e lascerà a lei la decisione sull’opposizione all’archiviazione. Non sarà una scelta determinante (il giudice può decidere di mandare Palazzi a processo o meno a prescindere da quanto farà la Nizzoli), ma di certo la questione è delicata.

Di certo non opporsi all’archiviazione potrebbe suonare come un’accettazione tout court della linea della procura e, considerando che la Nizzoli è indagata per falsa testimonianza, la sua difesa potrebbe rivelarsi più difficile in caso di archiviazione per il sindaco. In sostanza: ammettere di aver falsificato quei tre messaggi non significa necessariamente aver mentito nel descrivere un clima di mescolamento tra ruolo pubblico e privato durato un anno. È questo il punto che secondo l’avvocato andrebbe approfondito nel corso di un processo con Palazzi imputato, potendo anche contare sul contenuto dei telefonini dei due protagonisti. Non a caso Pini nelle scorse settimane aveva nominato anche un perito di parte.(gds)
 

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