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Abuso d'ufficio in Comune a Mantova: indagata anche la consigliera Andreatta

Concorso in abuso d’ufficio per i soldi alle associazioni, l’esponente dem nell’inchiesta con Palazzi: «Sono serena, aspetto di chiarire»

Gabriele De Stefani
1 minuto di lettura

MANTOVA. Francesca Andreatta, imprenditrice e consigliere comunale del Pd, è indagata per concorso in abuso d’ufficio con Mattia Palazzi. L’inchiesta è quella con la quale la procura ha messo al centro dell’attenzione la gestione dei contributi alle associazioni da parte del sindaco. «Non ho ricevuto alcuna comunicazione – commenta Andreatta – sono molto tranquilla perché so che è tutto in regola, aspetto di poter chiarire la mia posizione».

L’indagine era nata parallelamente a quella per la tentata concussione contestata al sindaco e poi finita con l’archiviazione del caso. Il terreno comune è dunque la guerra tra associazioni alla ricerca di fondi e autorizzazioni comunali.

Andreatta, su questo fronte, era già finita nel mirino delle opposizioni di centrodestra e grillina che contestavano il suo conflitto di interessi per essere organizzatrice di eventi in città finanziati dal Comune e contemporaneamente consigliere di maggioranza (e presidente della commissione bilancio).

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In sostanza, l’accusa da parte delle opposizioni aveva al centro una questione di opportunità. A.Tema, la società della Andreatta, è stata coinvolta a vario titolo nei festival Pinky, Mantova Lovers e Sporty, tutti destinatari di finanziamenti comunale (la stessa società promuove anche altre iniziative prive però di sostegno dalle casse di via Roma).

La procura, come al solito decisa a non dare informazioni sulle indagini in corso, non parla e non chiarisce le circostanze specifiche che hanno fatto finire la consigliera sul registro degli indagati. La linea di Manuela Fasolato è sempre la stessa: nessuna comunicazione e nessun chiarimento, nemmeno quando i casi giudiziari hanno un interesse pubblico. Dunque non c’è riscontro sull’eventuale collegamento con le accuse mosse dalle opposizioni.

Quel che filtra, tuttavia, è che al centro degli approfondimenti di questo filone dell’indagine - e in particolare della posizione della Andreatta - ci sono le dichiarazioni di Lorena Buzzago, la responsabile di Arte e Ingegno sentita come persona informata dei fatti nel novembre scorso. E qui ritorna il tema della guerra tra associazioni, perché la stessa Buzzago aveva più volte accusato (anche pubblicamente) l’amministrazione comunale di irregolarità. Il tutto dopo essersi vista ridurre gli spazi per le proprie iniziative.

Resta dunque da capire quali e quanti passi in avanti l’inchiesta abbia fatto, al di là delle accuse - tutte da pesare, benché specifiche - della Buzzago.

Il materiale nelle mani degli inquirenti è particolarmente abbondante: erano state sequestrate tutte le pratiche relative ai contributi degli ultimi due anni.

 

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