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Sempre meno case all’asta, calo del 38% in sei mesi

Nel Mantovano contate 404 abitazioni per lo più di fascia bassa: erano 655. Gli esperti: «Mercato più accessibile alle famiglie e si riducono i pignoramenti»

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MANTOVA. Calano del 38% in sei mesi le case all’asta in provincia di Mantova: le procedure in corso a gennaio 2018 sono 404 a fronte delle 655 rilevate lo scorso luglio. A certificarlo è la fotografia scattata dal Centro studi di Sogeea, società specializzata nella consulenza immobiliare, che ha presentato in Senato il Rapporto semestrale sulle aste immobiliari. Un calo quello mantovano in linea con i dati nazionali (-14% in sei mesi) che gli esperti di Sogeea leggono come segno di un «mercato che tira», con gli acquisti che vanno a buon fine, e, allo stesso tempo, di una crisi che morde meno, con una riduzione dei pignoramenti.

Si tratta poi per lo più di abitazioni di fascia bassa: basti pensare che su 404 abitazioni (il 2,06% del totale degli immobili residenziali in provincia di Mantova) attualmente all’asta, 360 hanno un prezzo inferiore ai 100mila euro e 31 oscillano tra i 100 e i 200mila. Per il resto: 7 abitazioni in vendita rientrano nella forbice tra i 200 e i 300mila euro, solo una tra i 300 e i 400mila, appena due in quella tra i 400 e i 500mila, tre in quella nella successiva che arriva fino a quota un milione e nessuna nelle fasce superiori. Una preponderanza di immobili di non particolare pregio che ritorna anche a livello nazionale (il 66% ha un prezzo inferiore ai 100mila euro, quota che sale all’88% se si prendono in esame anche le abitazioni della fascia tra 100 e 200mila) a conferma secondo il Rapporto che gli anni della crisi hanno fiaccato soprattutto gli appartenenti alle fasce di reddito medio-basse, costretti in molti casi a sacrificare il bene-rifugio per eccellenza, la prima casa, per non essere riusciti a fare fronte a un impegno finanziario.

Tornando al crollo nazionale delle procedure, passate da 22.969 a 19.650 in sei mesi, da Sogeea fanno osservare che si tratta del secondo calo consecutivo e che anche stavolta a trainare la diminuzione è il nord del Paese (-26%). Non si tratta però di un dato territorialmente omogeneo: se in Piemonte si assiste a una riduzione di un quarto delle procedure e in Lombardia addirittura a un taglio di quasi la metà (da 4.438 a 2.255), in Veneto sono invece triplicate. Consistente anche la riduzione nelle Isole (-17%), mentre sia il Centro che il Mezzogiorno hanno confermato i livelli di luglio.

«La situazione complessiva appare assai meno preoccupante di quella di inizio 2017 – spiega Sandro Simoncini, presidente di Sogeea e direttore del Centro Studi –, anche in considerazione del fatto che nel secondo semestre dell’anno non erano più in vigore le agevolazioni fiscali per privati e imprese varate due anni fa per rendere appetibili le aste. L’allargamento della platea di potenziali compratori, favorito anche dal sempre più frequente ricorso alla digitalizzazione, ha fatto sì che le operazioni con esito positivo siano aumentate in numero assoluto e si siano svolte con maggiore rapidità. Il tutto va combinato con una sempre più alta disponibilità da parte degli istituti di credito a sedersi intorno a un tavolo per ridiscutere gli accordi con coloro che si trovano in una situazione di sofferenza finanziaria». Dal canto suo il Consiglio nazionale del Notariato sottolinea poi come «siano ormai tante le coppie che comprano all'asta, potendo acquistare, per esempio, a 50 mila euro un'abitazione che ne consterebbe 200mila o più». Insomma il mercato delle aste cambia e non è più solo un affare per “speculatori” o, almeno, per addetti ai lavori.
 

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