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Consiglio comunale. Sono 9 e bipartisan gli «stakanovisti»

Sempre presenti sei di maggioranza e tre dell’opposizione. Via libera a 78 delibere e a 11 tra mozioni e ordini del giorno

di Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. Venti sedute tenute nel 2017, nel corso delle quali il consiglio comunale ha approvato 78 delibere della giunta, una in più dell’anno precedente quando l’aula si riunì complessivamente 22 volte. Non solo. Nell’ultimo anno sono stati approvati undici tra mozioni e ordini del giorno, con le opposizioni di centrodestra e dei Cinque Stelle che si sono dimostrate le più produttive con otto. Sono state, invece, 42 le interrogazioni (39 dell’opposizione e tre della maggioranza) a cui l’amministrazione ha risposto per iscritto comunicandone i contenuti in aula.

Un anno di lavoro a tutto sprint per il consiglio comunale a maggioranza di centrosinistra, giunto a metà mandato, che pure lascia in sospeso 63 tra mozioni, ordini del giorno, interrogazioni e raccomandazioni oltre a 17 interrogazioni a risposta scritta, segnale comunque di grande vivacità dei vari gruppi.

Interessante scoprire quali sono stati i consiglieri stakanovisti e quelli, che, invece, per motivi vari, hanno disertato una o più seduta. Ebbene, nella classifica delle presenze spiccano per dedizione al mandato ben nove consiglieri che hanno partecipato a tutte le sedute. Si tratta del presidente Massimo Allegretti (Pd), Caterina Badalucco (lista Bulbarelli), Fausto Banzi (Si), Alberto Grandi (Comunità e territori), Enrico Grazioli, socialista del gruppo Pd, Giovanni Pasetti, capogruppo del Pd, Giuliano Longfils di Forza Italia, Paola Radaelli e Davide Provenzano della lista Palazzi 2015 (il secondo ne è il capogruppo).

Ci sono anche coloro che hanno saltato appena una seduta: Michele Annaloro, capogruppo di M5S, Pier Luigi Baschieri, capogruppo di Forza Italia, Patriza Benasi (Pd), Laura Bonaffini (Pd), Maddalena Portioli (Palazzi 2015), Francesco Rossi (Pd), Chiara Sortino (Pd), Gabriele Squassabia (Palazzi 2015), Alessandro Vezzani (Pd) e Massimo Zera (Lega). Ci sono poi altri quattro consiglieri a quota 18, segno che la media presenze è alta: sarebbe, però, interessante conoscere quanti dei consiglieri presenti all’inizio della seduta sono poi rimasti al loro posto sino al termine dei lavori (per avere diritto al gettone, 90 euro lordi a seduta, basta firmare il foglio presenze). Una curiosità: la seduta con meno consiglieri in aula (24) è stata quella del 30 agosto, in pieno periodo di ferie, seguita da quella del 19 dicembre dedicata alla consegna delle benemerenze civiche.

Sul fronte delle assenze, per il secondo anno consecutivo è Paola Bulbarelli ad averne collezionate di più, tanto che nel 2017 è risultata presente solo in otto sedute. La residenza a Milano, oggettivamente, la penalizza, e non poco. Al secondo posto c’è Roberto Irpo della lista Bulbarelli con 13; sul terzo gradino del podio c’è la capogruppo leghista Alessandra Cappellari con 15.

Dal 2016 il presidente Allegretti ha derubricato a semplici incontri, e quindi senza gettone, i due appuntamenti dedicati al ricordo della Shoah (il 27 gennaio) e delle Foibe (il 10 febbraio), prima considerati sedute consiliari a tutti gli effetti. «Il consiglio comunale - sottolinea il presidente, soddisfatto per il lavoro svolto dall’aula e, in generale, dall’amministrazione Palazzi - è e sarà sempre in prima linea affinchè si possa deliberare, con la massima efficacia e nel rispetto dei diversi orientamenti, quanto è ritenuto dallo stesso utile per il nostro territorio». Di qui lo sforzo fatto, attraverso audizioni e commissioni, per approvare «anche quest’anno», il bilancio di previsione 2018 entro il 2017, cosa che consente a «tutti i settori un corretto e ottimale funzionamento della macchina amministrativa e della gestione finanziaria». Esprime, però, rammarico per «l’intensificarsi, negli ultimi mesi, di un certo nervosismo nel dibattito consiliare».
 

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