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Nuovo allarme corruzione: «Altre inchieste in arrivo»

Inaugurazione dell’anno giudiziario, il procuratore generale Dell’Osso: «Affari con la pubblica amministrazione». E il presidente della Corte elogia i giudici del tribunale per il processo Pesci

Giancarlo Oliani
1 minuto di lettura

BRESCIA. Un cancro difficile da estirpare con metastasi diffuse e in rapida crescita. Si è insinuato nelle pubbliche amministrazioni, nella politica, nel mondo economico e industriale e ha un solo nome: corruzione. A lanciare l’allarme è stato il 27 gennaio il procuratore generale della repubblica Pier Maria Luigi Dell’Osso, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.

«Dobbiamo insorgere contro questo crimine - ha detto di fronte al folto pubblico presente - e dobbiamo farlo tutti insieme perché tutti ne paghiamo le conseguenze». E riferendosi a Mantova ha aggiunto che sono in corso indagini serrate proprio in questo specifico ambito criminale.

«In concomitanza con i fenomeni delinquenziali di tradizionale radicamento nel territorio - ha osservato il procuratore generale - emergono nuove forme di mercato illegale e modalità operative in perenne affinamento, in grado di confondersi non di rado con l’economia legale, al punto che alcuni sodalizi criminali e i loro rappresentanti possono riuscire a intessere affari, più o meno mediati, con settori della pubblica amministrazione. E ciò non avvalendosi delle tradizionali azioni di minaccia, violenza e ricatto, ma facendo ricorso alle meno eclatanti pratiche di corruzione». E continua: «Alcuni gruppi criminali, con l’aiuto di esponenti delle pubbliche amministrazioni e l’utilizzo di artificiosi strumenti giuridici, arrivano ad ottenere cospicui appalti, anche attraverso il sistema dei sub affidamenti a catena. E quando si tratta di rilevanti opere stradali, non di rado l’attività si connette con imponenti traffici di rifiuti». Le parole di Dell’Osso trovano conferma nel bilancio dell’attività della procura di Mantova. Nel giro di un anno i casi di corruzione sono passati da 3 a 8, mentre i reati contro la pubblica amministrazione, da 260 nel 2016, hanno fatto un grosso balzo in avanti con 367 casi.

Il procuratore generale ha avuto parole di grande elogio nei confronti della Procura di Mantova e del procuratore Manuela Fasolato, per l’accuratezza delle indagini che hanno portato a risultati molto lusinghieri.

Il numero uno della procura distrettuale e il presidente della Corte d’appello Claudio Castelli, che ha aperto i lavori, hanno evidenziato ed elogiato il lavoro investigativo delle forze di polizia e dei magistrati, in ordine al processo «Pesci» a carico di sedici persone.

«Un processo importante - ga commentato Castelli - che merita tutta la nostra attenzione perché è uno dei pochi processi relativi ad una contestata presenza dell’ ’Ndrangheta celebrati nel Nord Italia. La legalità ha le sue vittorie».

Un processo che è stato egregiamente condotto dai giudici del tribunale di Mantova Ilaria Rosati e Ivano Brigantini.
 

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