La questione sicurezza spacca il consiglio comunale
La minoranza: servono più vigili e più controlli. L’amministrazione: non strumentalizzate la paura
di Nicola CorradiniMANTOVA. «Ci sono strade dove anziani e ragazze non vogliono passeggiare perché hanno paura persino di giorno. Non è solo insicurezza percepita, persino la procura ha dato numeri precisi sull’aumento di reati in città e nel Mantovano. E voi che fate?». La questione sicurezza, uno dei temi più caldi dell’ormai avviata campagna elettorale, approda in consiglio comunale sotto forma di mozione delle minoranze presentata, per la verità, nel gennaio di un anno fa. Il contesto a cui faceva riferimento era l’allarme terrorismo in seguito all’attentato di Berlino del dicembre 2016, ma gli interventi della minoranza, da Zera (Lega) a Baschieri e Longfils (Fi) alla Badalucco (civica Bulbarelli) e De Marchi (Casa Pound) hanno aggiornato i contenuti ai fatti recenti e locali: dall’assassinio sul ponte di San Giorgio, alle risse nelle zone calde della città, allo spaccio. Per non parlare dei furti che, come citato dalla Procura nel corso della cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario, sono ormai a livelli da record.
«L’organico della polizia locale è di 60 persone - dice il capogruppo di Forza Italia, Baschieri - di cui la metà è all’interno della centrale. Servono più agenti, servono controlli più serrati nelle zone a rischio. I vigili di quartiere non bastano, rischia di essere un’operazione di marketing. Voi dovete fare di più. Avete raddoppiato le telecamere (noi le avevamo triplicate) ma non servono a dissuadere chi non ha nulla da perdere. E soprattutto devono funzionare».
L’assessore alla polizia locale, Rebecchi, ha ricordato non solo «l’intensificata azione serale e di controllo delle zone calde da parte della polizia locale» ma anche «le numerose riunioni del comitato di sicurezza sul tema dell’applicazione del decreto Minniti e sulla sicurezza durante le vacanze di fine anno». Il capogruppo Pd, Pasetti, ha accusato la minoranza di «dipingere Mantova in preda alla paura ed è strumentale».
Sulla questione sicurezza ha preso la parola lo stesso sindaco Palazzi, osservando che la proposta di aumentare gli organici «è demagogica se non accompagnata da un’indicazione sul come fare. Siate concreti. Dovremmo rinunciare all’assunzione di dieci maestre delle materne precarie alla Soncini per assumere più agenti? Noi abbiamo fatto una scelta, senza rinunciare a quello che come amministrazione e come polizia locale possiamo fare. Abbiamo un tetto alle assunzioni». La mozione è stata respinta dalla maggioranza e ha ricevuto i voti delle sole minoranze.
Approvato invece il piano per il diritto allo studio, che prevede un investimento di 4 milioni di euro (votato dalla maggioranza e dal leghista Zera) e l’istituzione della rete bibliotecaria mantovana (maggioranza, Grandi, civici Bulbarelli e Zera a favore, astenuti Fi e Cappellari). Passata anche la variazione della destinazione urbanistiche che riguardano le vecchie case dei dirigenti Ies concesse alle nuove attività all’interno dell’area produttiva. Critico Longfils: «Le variazioni urbanistiche vanno fatte generali, non ad hoc per una singola situazione».
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