Falso profilo Facebook per adescare: a processo due fidanzati
Lei si spaccia per una giovane disponibile a incontri ravvicinati. Insieme estorcono a un giovane quasi 30mila euro per giocarli ai videpoker
di Giancarlo OlianiREDONDESCO. Con la complicità del fidanzato si è creata un falso profilo Facebook spacciandosi, anche nelle foto, come una donna avvenente e disponibile a incontri molto ravvicinati. Qualcuno c’è cascato ma poi ha lasciato perdere. Tutti tranne uno. Un ragazzo calabrese che ha perso letteralmente la testa per questa ragazza che si faceva chiamare Lucia Verdi di Udine, quando in realtà il suo nome è J. M., ha 25 anni e abita a Redondesco. La giovane, insieme al fidanzato Y. B., 34 anni, di Goito, è accusata di estorsione. Nel giro di pochi mesi i due si sono fatti consegnare, anche con gravi minacce, quasi trentamila euro. Soldi che poi hanno giocato alle macchinette.
Martedì 6 febbraio il giudice per le indagini preliminari Gilberto Casari ha accolto la richiesta di abbreviato che verrà discusso nel settembre prossimo.
L’estorsione, con richieste di denaro sempre più cospicue, si è trascinata per quasi un anno. La vittima per soddisfare i due estorsori non solo aveva dato fondo a tutti i suoi risparmi, ma era stata costretta ad aprire dei finanziamenti. Finalmente i suoi genitori sono intervenuti, convincendolo a rivolgersi ai carabinieri. Le ultime telefonate, quelle che hanno portato all’identificazione dei due fidanzati, sono avvenute proprio nella caserma di Badolato, in provincia di Catanzaro, dove il giovane vive.
Tutto ha inizio il 2 febbraio di due anni fa quando la giovane vittima abbocca al profilo Facebook di J.. Si fa chiamare Lucia Verdi e si rende disponibile a incontri molto ravvicinati. Così facendo adescano il giovane calabrese che, attraverso WhatsApp o con normali sms lo convincono a versare le prime somme su una carta Postepay, intestata a Y. B..
Versamenti continui che alla fine si trasformano in un vero e proprio incubo economico e psicologico, ma anche minacce. Minacce consistite dapprima nel dirgli ripetutamente che se non avesse procurato i soldi, Lucia Verdi - ragazza giovanissima - avrebbe denunciato il tutto ai carabinieri o avrebbe riferito tutto al padre. Il fidanzato, spacciandosi, di volta in volta, per avvocato o medico, sarebbe arrivato a dirgli che per colpa sua la ragazza si era gravemente ammalata proprio il giorno in cui stava per andare a trovarlo. E addirittura che, proprio a seguito di quella malattia, era morta in ospedale e che il padre, se non avesse pagato, l’avrebbe fatto finire in galera. Tutto questo è durato un anno intero, fino a quando i genitori di lui sono intervenuti, chiedendo l’aiuto dei carabinieri.
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