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La difesa di Belfanti all’attacco. Nel mirino un maresciallo

La tesi difensiva: il maresciallo dei carabinieri Taurino non poteva non conoscere l’imprenditore, come dichiarato nell’ultima udienza, dal momento che insieme a lui aveva partecipato ad un appostamento per sorprendere tale Aissa Messaoudi

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MANTOVA. La difesa di Pier Vittorio Belfanti al contrattacco. Con una mossa a sorpresa ha presentato al giudice una serie di documenti per dimostrare che il maresciallo dei carabinieri Taurino non poteva non conoscere l’imprenditore, come dichiarato nell’ultima udienza, dal momento che insieme a lui aveva partecipato ad un appostamento per sorprendere tale Aissa Messaoudi, poi denunciato per truffa aggravata. La testimonianza del militare è stata rilevante nel processo che vede imputato Belfanti per aver fornito false generalità ai militari durante un controllo stradale. Nell’ultima udienza, per quel reato, il pubblico ministero Alberto Sergi aveva chiesto due anni di reclusione.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Il falso verbale di Belfanti, prima condanna: tre anni]]

E il 6 febbraio era prevista la replica delle difese, rappresentate dall’avvocato Caterina Caterino del foro di Bologna e dall’avvocato Senatore Volpe del foro di Roma. Nel corso del loro intervento sono sbucati alcuni documenti che si riferiscono a un episodio del 2013.

Cos’era accaduto? Il 9 dicembre di quell’anno Belfanti si presenta in caserma a Marmirolo e, in qualità di legale rappresentante della società “Piazza Erbe” di Misino Emanuela (la moglie)racconta che nella società, con quota minoritaria, era entrato tale Aissa Messaoudi, un tunisino che svolgeva la mansione di cuoco al ristorante Pavesi e Pavesino.

Belfanti aveva saputo che il tunisino aveva fatto ordini senza autorizzazione motivandoli con l’organizzazione di serate mai avvenute. Ordini per migliaia di euro. Ed ecco allora che, stando alla memoria presentata al giudice, sottoscritta dagli avvocati Davide Pini e Andrea Riccadonna, Belfanti si sarebbe accordato con il maresciallo dei carabinieri Taurino per tendere una trappola al tunisino, poi denunciato per truffa.

L’appostamento avrebbe funzionato e il tunisino colto con le mani nel sacco. Ecco perché la difesa nella giornata di ieri ha chiesto al giudice di poter riconvocare il maresciallo. Richiesta rigettata ma che è stata riproposta al temine della seduta di ieri. La decisione definitiva è attesa per il 2 marzo prossimo. Rinviato anche il processo per la cessione fraudolenta di quote. (gol)
 

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