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Ferrovia a Porta Cerese: tre priorità al centro del tavolo. Un mese per il primo studio di Rfi

Nuovo tracciato della Mantova-Monselice, sottopasso della stazione e doppia corsia a Porta Cerese. Alla seconda riunione del 1° marzo le ipotesi. Il Comune propone la bretella Gazzo-Sant’Antonio

di Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. «Non bisogna dire gatto fino a quando non ce l’hai nel sacco, ma oggi, finalmente, c’è stato un incontro di lavoro vero tra noi e Rfi». È un sindaco Palazzi soddisfatto, anche divertito per la citazione trapattoniana, quello che si concede a telecamere e taccuini dopo il confronto con la delegazione di Rete ferroviaria italiana sugli atavici problemi che Mantova sconta con i binari. «Abbiamo presentato le nostre priorità, che sono tre - dice il primo cittadino - e Rfi si è presa l’impegno di studiarle. Ci rivedremo il prossimo 1° marzo. In quell’occasione i tecnici di Rfi verranno con una studio di prefattibilità sui temi che abbiamo posto. Ci diranno se si potrà andare avanti e, quindi, magari arrivare ad un protocollo d’intesa, io spero entro il mese, con cui ognuno si prenderà degli impegni certi, oppure ci inviteranno a metterci il cuore in pace perché, per vari motivi, nulla si può fare».

Spostamento dei binari della linea Mantova-Monselice con conseguente eliminazione dei passaggi a livello di viale Oslavia, di Porta Cerese e di via Taliercio, nella zona industriale; sottopasso pedonale in piazza don Leoni per accedere alla stazione ferroviaria; seconda corsia in uscita a Porta Cerese, verso via Parma. Ecco le tre priorità su cui il Comune ha insistito e che fanno parte del dossier consegnato ieri nelle mani di Rosa Frignola, direttore commerciale ed esercizio rete e di Pier Paolo Olla, direttore di produzione di Rfi, entrambi dell’area Nord Italia.

Dentro c’erano anche altre partite da affrontare, come l’acquisizione di una tratto di via Argine Maestro a Fiera Catena, il parcheggio davanti alla stazione, l’allargamento del sottopasso di viale Montello, la velostazione e i pannelli fonoassorbenti lungo la linea che entra a Cittadella («verranno valutati nei prossimi incontri» assicura il sindaco), ma si è preferito concentrasi sui tre punti ritenuti fondamentali per lo sviluppo di Mantova. Quelli che richiederanno un notevole investimento, si parla di 180 milioni, e su cui, per stessa ammissione di Palazzi, Rfi ha preferito sorvolare sostenendo che è prematuro indicare cifre prima di capire quali soluzioni tecniche si percorreranno: «I dirigenti si sono limitati a dire che l’investimento sarà ingente».

I soldi, quindi, sono ancora da trovare, ma perlomeno - tasto su cui insiste Palazzi - Rfi «ha dimostrato la concreta disponibilità ad occuparsi dei punti che abbiamo messo sul tavolo e ha già messo al lavoro i propri uffici per studiare fattibilità e ipotesi di risorse. Tanto che i loro dirigenti sono arrivati preparati, con schede su tutti gli interventi che abbiamo richiesto».

Per il primo cittadino l’incontro di ieri «è stato un primo passo positivo e inedito rispetto allo storico dei rapporti tra Mantova e Rfi» sempre arenatisi nelle secche dei soldi. La delegazione di Rfi ha ricevuto dal Comune l’ipotesi progettuale che da tempo è nei cassetti di via Roma, e cioè l’eliminazione dei binari della Mantova–Monselice a sud della città e la loro sostituzione con la nuova bretella ferroviaria tra Gazzo Bigarello e Castel d’Ario e sino a Sant’Antonio per collegare quella linea con la Mantova-Verona.

«La esamineranno e poi ci faranno sapere se dal punto di vista tecnico è fattibile – dice Palazzi – Adesso si sono limitati a dire che la bretella dovrà essere a nord, come è l’ipotesi che abbiamo sottoposto; però, non si sono sbilanciati sul tracciato che, comunque, sarà importante anche per lo sviluppo del porto relativamente al traffico delle merci. Dovranno valutare il flusso delle merci e dei passeggeri e individuare la soluzione migliore. Ripeto, entro il 1° marzo Rfi si è impegnata a verificare tecnicamente le ipotesi su tempi e costi delle priorità da noi indicate».
 

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