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A fuoco l’autocarro nel parcheggio

Incendio doloso alle Torrette: arriva la Scientifica. Massimo riserbo sull’episodio che ha i contorni della minaccia criminale

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MANTOVA. L’alfabeto è quello criminale, la minaccia del fuoco e la firma dell’innesco: uno straccio imbevuto. A confermare la delicatezza della faccenda c’è poi il muro di riserbo eretto attorno a un episodio apparentemente banale, un incendio spento in tempo. L’innocenza, però, Mantova l’ha ormai perduta e la notizia di un autocarro bruciato di notte in un parcheggio accende d’istinto un campanello d’allarme. Tanto più se il proprietario dell’autocarro in questione è di origini calabresi, senza per questo voler fare delle radici un indizio certo o, peggio, una colpa. È l’incastro dei pezzi a rendere l’episodio sospetto.

La cronaca nuda racconta di un intervento dei vigili del fuoco nel parcheggio di viale Europa, zona Torrette, Borgochiesanuova: allertata dalla centrale, la squadra è già fuori e raggiunge il luogo rapidamente. Abbastanza da spegnere le fiamme prima che avvolgano l’autocarro: il fuoco riesce a mangiarsi soltanto lo pneumatico posteriore destro, sbavando di nero la fiancata del camion.

Sono le dieci e mezza di mercoledì sera, le operazione si svolgono velocemente. A inquietare, però, c’è quello straccio imbevuto trovato proprio accanto alla ruota. Nessuna conferma ufficiale, alla richiesta di qualche dettaglio i carabinieri oppongono un silenzio ostinato. La situazione è delicata. Al punto da richiedere un supplemento d’analisi a opera della scientifica. Anche in questo caso, però, niente conferme ufficiali.

Dodici ore più tardi, l’autocarro è ancora lì: è un mezzo furgonato, di quelli usati per il ritiro e la consegna della biancheria da alberghi e grosse strutture («lavanderia» si legge su un foglio scritto a mano e lasciato sul cruscotto). Passa un’altra ora e del camion, che sarebbe stato posto sotto sequestro, non c’è più traccia, solo l’asfalto annerito e l’odore acre che galleggia nell’aria.

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