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L’impianto spurghi non va: due indagati

L’indagine della Procura per “abbandono di rifiuti” dopo un guasto l’estate scorsa. Già in corso i lavori di adeguamento

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MANTOVA. L’estate scorsa la rottura di una tubatura sotterranea dell’impianto di trattamento degli spurghi, accanto al depuratore di via Guerra, aveva fatto intervenire gli organi di controllo dopo la segnalazione partita dalla stessa Tea, che gestisce l’impianto. Arpa e Provincia avrebbero però rilevato problemi di carattere autorizzativo. Ne era nata una segnalazione di reato alla Procura. Il fascicolo aperto dai magistrati di Mantova è stato chiuso nei giorni scorsi e nei confronti di due persone responsabili, all’epoca dei fatti, della gestione dell’impianto, sono stati emessi altrettanti avvisi di garanzia. Tecnicamente si tratta di “avvisi di conclusione indagini”, atto con cui, a tutela dell’indagato, la magistratura avverte che è stata aperta un’indagine.

Nel frattempo la società di via Taliercio ha varato un piano di adeguamento e manutenzione dell’impianto, ad oggi ancora fermo, i cui tempi sono stati concordati con gli organi di controllo, Provincia, Arpa e Comune di Mantova. Nei giorni scorsi è stato definito il cronoprogramma e lunedì si terrà la conferenza di servizi in Provincia.

La vicenda ha preso le mosse nell’agosto scorso. La rottura di una tubazione sotterranea di ossigeno, gas necessario per i processi di trattamento degli spurghi viene segnalata da Tea. Nell’impianto, una linea produttiva separata dal depuratore, che invece tratta gli scarichi del sistema fognario della città, vengono conferiti i rifiuti biologici prodotti da condomìni o abitazioni non collegate alla fognatura pubblica e che quindi si avvalgono di fosse biologiche e pozzi neri.

Le aziende addette allo spurgo conferiscono il materiale in questo impianto dove avviene il processo di depurazione. Due impianti analoghi sono presenti a Guidizzolo (Sisam) e Castiglione delle Stiviere (Indecast). I controlli eseguiti nell’immediatezza dell’incidente e successivamente, hanno portato alla formulazione di una notizia di reato dalla quale è scaturita un’indagine, conclusa nei giorni scorsi. La contestazione è complessivamente riferita all’articolo 256 del Codice Ambientale che tratta delle “attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio e intermediazione di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione”.

Mentre la vicenda giudiziaria prosegue il suo corso, il ripristino della funzionalità dell’impianto di trattamento degli spurghi procede. Nei giorni scorsi sono stati compiuti ulteriori sopralluoghi da parte di Arpa e dei carabinieri della Forestale mentre il tavolo per costruire la nuova autorizzazione è già stato calendarizzato per lunedì.
 

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