L’ultimo rifugio dei senzatetto. Il box per allattare al seno
Nonostante i continui inviti e i divieti, il Carlo Poma continua ad essere meta di sbandati, alcolisti e senzatetto che da anni utilizzano le zone comuni come dormitorio pubblico
MANTOVA. Nonostante i continui inviti e i divieti, il Carlo Poma continua ad essere meta di sbandati, alcolisti e senzatetto che da anni utilizzano le zone comuni come dormitorio pubblico.
Nei giorni scorsi, dopo aver trovato due di loro a dormire nella cappella intitolata a San Pio, all’ingresso del blocco D, il personale della reception e le guardie giurate all’alba hanno dovuto allontanare altre due persone: una era addormentata e sdraiata a terra davanti ai distributori di alimenti e bevande sempre nella zona del blocco D, l’altra dormicchiava sulla poltroncina in pelle dietro il separè del baby pit stop, la zona riservata all’allattamento delle neo-mamme allestita alcuni mesi fa nella hall dell’ospedale dell’Asst di Mantova.
Ormai il problema dei senzatetto, tutti italiani, che trascorrono gran parte del giorno e della notte bivaccando o dormendo negli spazi comuni del Poma sta diventando all’ordine del giorno.
L’ospedale aveva tentato di allontanarli dalla hall tramite la chiusura della porta automatica nelle ore notturne e li aveva sfrattati dall’area a fianco della cappella dove pochi giorni fa sono stati tolti i divanetti. In ospedale sono poi comparsi anche i cartelli di divieto appesi al muro.
Ma dopo aver fatto terra bruciata nelle aree a loro preferite, l’indesiderato gruppetto si è diviso tra il secondo piano e la sala d’attesa del pronto soccorso, provocando tra l’altro la protesta di pazienti e visitatori.
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