Zanellini a un’agenzia per il lavoro. Il sogno: «Un polo di formazione»
L’ex pastificio degli Angeli per mezzo milione alla società Sapiens: «La nostra non è speculazione». Ma per la consegna delle chiavi ci vorranno mesi: sull’immobile pende il sequestro del Tribunale
di Monica VivianiMANTOVA. È stata l’agenzia per il lavoro Sapiens spa ad aggiudicarsi all’asta l’ex pastificio Zanellini lo scorso 29 novembre per 500mila euro. Con sede principale in via Gaber a Mantova, nove filiali concentrate al centro-nord e oltre 40 dipendenti, dal 2011 si occupa di ricerca e selezione personale, outplacement e percorsi formativi «volti - si legge nel sito - ad aumentare l’occupabilità delle persone». Un impegno, quest’ultimo, che sembra avere un nesso diretto con l’investimento a Borgo Angeli. «Non si tratta di un’operazione speculativa» chiariscono subito il vicepresidente Stefano Boccanera, assessore al bilancio a Porto Mantovano, e Roberto Acquaroli, membro del cda insieme ad altri otto mantovani e cremonesi (tra cui la presidente Katja Acquaroli) e responsabile del settore agroalimentare di Sapiens.
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Al momento non si sbilanciano troppo sul progetto, ma l’idea di fondo sembra sia proprio quella di un polo di formazione con un occhio particolare al settore agroalimentare oltre che di traslocarvi la loro sede principale. «L’idea è quella di farci un’attività produttiva, non industriale» spiegano mentre confermano che Sapiens punta sempre di più alla formazione del personale, che «come agenzia per il lavoro non ci occupiamo solo di lavoro interinale perché le sfide dei prossimi anni riguardano la riconversione di lavoratori in settori, come quello alimentare, dove c’è sempre più bisogno anche di manualità: pensiamo ai caseifici o ai salumifici ad esempio».
Dicono anche che la decisione di partecipare all’asta per l’ex pastificio è stata un po’ casuale, ma che ha comunque preso le mosse dalla voglia di «recuperare e restituire alla città un sito di oltre 14mila metri quadrati inserito in una zona problematica e da riqualificare: per questo quando avremo preso possesso della struttura vorremmo incontrare oltre al Comune anche il Comitato di quartiere per rassicurare i residenti sulle nostre intenzioni ma anche raccogliere suggerimenti. Sarebbe bello se ci aiutassero anche a ricostruire la storia della fabbrica, con materiale fotografico d’epoca».
Intanto sperano comunque di poter salvare il più possibile della struttura, soprattutto della torre molitoria «che fa parte della storia e dello skyline stesso di Mantova», che attualmente ospita l’antenna della Wind sul tetto, ha una scala interna rimasta intatta, e dove sognano di trasferire gli uffici di via Gaber. Per gli altri cinque edifici che costituivano lo stabilimento chiuso nel 2008 (palazzina uffici, due magazzini, una centrale termica e i locali produttivi) non si illudono più di tanto: mezzo bruciato, depredato negli anni dai ladri che si sono portati via di tutto, con i pavimenti in gran parte sfondati a suo tempo da maldestri tentativi di smantellare gli impianti.
Già proprietaria di immobili che ospitano alcune delle sue filiali, per Sapiens si tratta comunque del primo investimento di questa portata anche se i soci temono che i tempi per entrare in possesso del sito si dilateranno rispetto alle previsioni iniziali. Intanto al momento l’agenzia per il lavoro è ancora solo aggiudicataria di Zanellini, di cui diventerà proprietaria attorno al 20 marzo secondo i tempi previsti dalla normativa. Ma a quel punto ci sarà un altro step da attendere: sull’immobile grava infatti un sequestro preventivo penale e dal 2014 custode giudiziario è il commercialista Dino Piccagli. In sostanza Sapiens avrà le chiavi dell’ex pastificio solo quanto il Tribunale revocherà il sequestro e quindi la custodia del sito. Quando? Il provvedimento si lega agli esiti delle vicende giudiziarie a carico dell’ex amministratrice unica Franca Fusari. Accusata di aver distratto dal fallimento dell’azienda la proprietà dell’immobile cedendola a un’altra società da lei controllata, era stata condannata a cinque anni in primo grado nel 2014. La pena era stata poi dimezzata in appello nel marzo del 2016 e ora si attende la sentenza della Cassazione. Potrebbe essere quindi ancora questione di mesi.
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