Rifiuta di intervenire per la lite a Lunetta. Denunciato un vigile
Ufficiale di polizia locale nei guai: omissione di atti d’ufficio. Sospeso per un solo giorno, fa ricorso al giudice del lavoro
MANTOVA. «Lite in corso a Lunetta...». La chiamata di soccorso, arrivata alla centrale operativa della polizia locale, è stata girata all’ufficiale di turno. Il quale però ha contestato l’intervento: «Non è per noi: ci vadano i carabinieri o la polizia di stato, poi semmai andremo anche noi in supporto» avrebbe risposto via telefono al collega. Per questo episodio un vicecommissario di polizia locale è stato sanzionato dall’Ufficio procedimento disciplinari del Comune con un giorno di sospensione. Allo stesso tempo una relazione sull’episodio è stata recapitata alla Procura con l’ipotesi di reato di “omissione di atti d’ufficio”.
L’ufficiale non ha inteso incassare la sanzione disciplinare ma si è rivolto al giudice del lavoro avviando un ricorso contro il provvedimento del Comune. Da parte sua l’amministrazione, con una delibera di giunta pubblicata sull’albo pretorio di via Roma, ha incaricato un avvocato di seguire la vicenda. Sul caso si è pronunciato anche un sindacato, l’Usb, Unione sindacale di base, che ha preso la difesa del vicecommissario: «Usb è a fianco di.... e dei lavoratori della polizia locale di Mantova» spiega un passaggio del volantino, distribuito dal sindacato negli uffici comunali, che fa tanto di nome e cognome dell’ufficiale coinvolto.
La vicenda avrebbe a che fare con un intervento legato a questioni di sicurezza e ordine pubblico, una lite a Lunetta scoppiata lo scorso luglio. Da quanto è stato possibile capire, l’ufficiale – che nel corso della sua carriera non avrebbe alcuna altra macchia – avrebbe rifiutato di intervenire in base a una vecchia disposizione del comando di viale Fiume secondo cui le pattuglie della polizia locale, in casi come liti violente e risse, dovrebbero intervenire solo in supporto alle altre forze dell’ordine.
Ma si tratta, evidentemente, di un’interpretazione ritenuta errata dai vertici del comando di viale Fiume, o comunque non più in linea con le attuali direttive. I vertici del comando, interrogati dal cronista, hanno preferito la linea del silenzio, evitando di fornire informazioni e commenti sulla vicenda. Secondo l’Usb sarebbe stato lo stesso comandante – per atto dovuto nel suo ufficio – a indirizzare una relazione dell’episodio alla Procura.
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