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Frenano separazioni e divorzi brevi

Dai 78 del 2016 ai 65 del 2017: sciolte due unioni civili tra coppie di uomini. In calo anche i matrimoni in Comune

di Sandro Mortari
1 minuto di lettura

MANTOVA. Frenata, nel 2017, per le separazioni e i divorzi brevi davanti all’ufficiale di stato civile. Gli accordi extragiudiziali tra coniugi per rompere il vincolo matrimoniale in maniera veloce, e senza spendere in avvocati, registrati l’anno scorso in Comune a Mantova sono stati 65. Nel 2016 erano stati 78 mentre l’anno prima 79. Come si vede, dopo i primi due anni in cui c’è stata una corsa a chiudere il matrimonio senza passare dal giudice (la legge che consente la nuova procedura veloce è entrata in vigore tre anni fa), c’è stato un rallentamento.

Difficile spiegarne i motivi se non con la particolarità delle condizioni che si devono verificare per ottenere il divorzio breve. Infatti, è possibile solo per le coppie che non hanno figli e per le quali non vi siano in ballo questioni patrimoniali. In pratica, se si hanno mire, da una parte e dall’altra, sui soldi e sugli immobili del coniuge è obbligatorio scegliere la strada tradizionale.

Per entrare nel dettaglio dei dati, nel 2017 le separazioni sono state 37 mentre i divorzi 28. Si divorzia anche tra coppie dello stesso sesso, le stesse che dal 2016, con l’entrata in vigore delle legge Cirinnà, hanno potuto usufruire della legge sulle unioni civili: due anni fa furono 12, l’anno scorso 15. Come in tutte le coppie, anche in quelle omosessuali non è detto che il «sì» sia per sempre. E infatti, l’anno scorso sono state due le unioni civili sciolte in Comune a Mantova. Per la cronaca, si tratta di due coppie formate da maschi.

Nell’ufficio di stato civile di via Gandolfo vengono registrati anche i matrimoni con rito civile. Nel 2017 sono stati 107, in calo rispetto ai 128 del 2016 e in linea con quelli del 2015 quando furono 108. I matrimoni celebrati con rito religioso sono stati 49, lo stesso numero di quelli del 2015 e due in più rispetto a quelli registrati nel 2016.

Una curiosità: sommando i riti civili e religiosi si scopre che l’istituto del matrimonio, a Mantova, l’anno scorso è calato drasticamente a 156 celebrazioni contro le 175 del 2016, riprendendo il numero del 2015 quando le cerimonie nuziali furono 157.

Matrimoni, separazioni e divorzi per il Comune sono fonte di entrate. Ogni coppia che decide di finirla lì deve solo pagare un diritto fisso di 16 euro per avviare e chiudere la pratica davanti al sindaco: e così, nel 2017, nelle casse di via Roma sono arrivati 1.056 euro.

Più cospicuo l’incasso proveniente dai matrimoni celebrati con rito civile e dalla costituzione delle unioni civili: 6.200 euro pagati dai futuri coniugi per affittare la location (Palazzo Te, uffici demografici, sala degli stemmi e sala consiliare) in cui pronunciare il fatidico sì.

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