Longfils: «Si ritorni in aula». La cittadinanza a Mussolini fa ancora litigare
Il Duce è duro a morire se a quasi una settimana dal voto del consiglio comunale per la revoca della sua cittadinanza onoraria c’è chi ritene necessario un altro passaggio in aula
MANTOVA. Il Duce è duro a morire se a quasi una settimana dal voto del consiglio comunale per la revoca della sua cittadinanza onoraria c’è chi ritene necessario un altro passaggio in aula per dare attuazione alla prima deliberazione. In caso contrario, Mussolini resterebbe ancora cittadino onorario di Mantova.
«È una questione di norme - dice Giuliano Longfils di Forza Italia - La mozione approvata era solo d’intenti, un atto di indirizzo. Con quel documento si chiedeva la revoca in tempi rapidi della cittadinanza. Ora serve una delibera formale che revochi quella del consiglio comunale del 21 maggio 1924 con cui si concesse la cittadinanza al Duce. La giunta, dunque, deve preparare una delibera che poi dovrà essere votata dal consiglio».
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Per l’amministrazione comunale non c’è bisogno di un altro passaggio in aula. Dice, infatti, Annamaria Sposito, dirigente degli affari generali e istituzionali e segretario generale facente funzioni (lunedì prenderà servizio il nuovo segretario Iapicca): «Non esiste un regolamento per il conferimento della cittadinanza onoraria e nemmeno un registro, per cui è sufficiente la mozione già approvata. Burocraticamente, la questione è chiusa: Mussolini non è più cittadino onorario di Mantova». Per Longfils e chi sostiene la sua tesi, invece, il Duce è ancora cittadino virgiliano. «A questo punto, io non entro più nel merito della questione - dice - il problema è la legittimità degli atti. Se con quella mozione si intende revocare la cittadinanza si compie un atto illegittimo e io ricorrerò al prefetto». (Sa.Mor.)
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