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Colorificio Freddi nei guai: chiesto un altro processo

Le accuse della Procura: omissione di bonifica e inquinamento ambientale. Secondo i dati dell’Arpa l’acqua all’interno dello stabilimento è contaminata

di Giancarlo Oliani
1 minuto di lettura

MANTOVA. Omessa bonifica e inquinamento: con queste due accuse, nei giorni scorsi, è stato chiesto il rinvio a giudizio per i vertici del Colorificio Freddi. A breve il giudice per le indagini preliminari deciderà sulla sorte dei due dirigenti.

L’impatto ambientale del Colorificio è oggetto di indagine da parecchio tempo e ha già portato ad un primo processo dove sono imputati il presidente Romano Freddi (deceduto di recente: il reato è estinto) e il suo vice Franco Bondi, amministratore in materia di attuazione delle norme ambientali.

Secondo un recente report dell’Arpa le acque sotterranee a monte dell’Industria Colori Freddi San Giorgio risultano esenti da contaminazione, mentre i campioni di acqua prelevati all’interno dello stabilimento presentano elevate concentrazioni in particolare di composti clorurati, composti organici aromatici e idrocarburi totali.

Risultano estremamente elevate le concentrazioni di Tetracloroetilene (oltre 8.800 volte il limite di legge) la cui concentrazione risulta praticamente costante nel tempo a testimonianza del fatto che «il rilascio - sostiene Arpa - in falda non sia ancora cessato». A fronte della indisponibilità della società (ritenuta responsabile dell’inquinamento) a procedere alla caratterizzare e alla bonifica, vista la criticità ambientale del sito, gli enti si sono attivati per eseguire in sostituzione tanto la caratterizzazione ambientale quando la caccia alle possibili sorgenti di contaminazione (quali ad esempio rifiuti interrati e o serbatoi interrati dismessi ma non rimossi) e i lavori sono attualmente in corso. La procura, alla luce di questi presunti gravi reati e dopo un’intensa attività di indagine ha chiesto che i due dirigenti vengano processati.

Per quanto riguarda il processo già in corso, ieri mattina c’è stata una nuova udienza davanti al giudice Ivano Brigantini, che si è conclusa con un rinvio. Ovviamente la posizione di Romano Freddi sarà stralciata per l’avvenuto decesso. Si tratta di un altro processo per inquinamento nel quale è anche imputato, come già accennato, il vice presidente del cda Franco Bondi.

L’accusa è sostenuta dal pubblico ministero Silvia Bertuzzi. Parte civile il Comune di Mantova, rappresentato dall’avvocato Sara Magotti, che vorrebbe ottenere un risarcimento di tutti i danni patrimoniali e non, causati dall’azienda che si trova nell’area Sin (dito di interesse nazionale) del Petrolchimico.
 

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