Scuola di sartoria. A lezione le donne vittime di abusi
Inaugurato a Mottella il laboratorio di cucito della Caritas: «Così avviamo al lavoro le ospiti dei centri anti-violenza»
SAN GIORGIO. È l’ultimo nato di una rete di accoglienza, ospitalità, formazione e attività lavorative. Presentato ieri, ma in funzione già da alcuni mesi, il laboratorio sartoriale di quella che era la comunità Mamrè a Mottella di San Giorgio e oggi è casa per famiglie in difficoltà. Le macchine da cucire, i tavoli di lavoro per il taglio e il cucito e i capi già realizzati testimoniano l’esperienza condotta da venti donne reduci da esperienze familiari tremende. «Quando le persone che ospitiamo nei nostri centri antiviolenza escono dalle primarie esigenze di sicurezza - spiega la genesi dell’iniziativa Marzia Bianchi, presidente del Centro di Aiuto alla Vita – ci chiedono di poter lavorare. Così questo laboratorio diventa per loro un’opportunità molto importante».
Tre sarte hanno guidato donne che non sapevano cos’era un ago a confezionare in pochi mesi gonne, mantelle e pantaloni. E a maggio, finito il primo corso, inizierà il secondo per altre venti donne, italiane e straniere. Obiettivo finale, per ora solo sussurrato, la creazione di una cooperativa. Della “santa alleanza” che ha reso possibile il progetto finanziato con 266mila euro parla Giordano Cavallari, direttore della Caritas diocesana. «Sono diversi i sostenitori di ispirazione cristiana e natura ecclesiale che si intrecciano anche per altri progetti riuniti in questo contesto formativo – dice – tutti agiscono a sostegno di persone, immigrati e non, che cercano di superare difficoltà rendendosi protagonisti».
Lungo l’elenco di questi supporter: la Diocesi proprietaria dell’immobile e la sua diretta emanazione Caritas che ha stanziato per il laboratorio 80mila euro; Fondazione Cariverona, rappresentata dall’avvocato Sergio Genovesi; l’associazione Abramo presieduta da don Gianni Grandi, parroco di San Giorgio; la Caritas italiana, grazie ai fondi dell’8 per mille, con 102mila euro; Marco Pirovano e Sara Nicolini, presidenti di associazione e cooperativa Hortus. Quest’ultima altro esempio di formazione e sostegno all’inserimento lavorativo nel campo dell’agricoltura sociale: dalla semina, alla trasformazione, al catering. Ai tradizionali sostenitori si è aggiunta la disposizione testamentaria di Carolina Mastini, nota come Lidia, di ben 35mila euro.
Vincenzo Dalai
I commenti dei lettori