I conti di Palamantova: si allarga il buco di Caranci, vicina quota 11 milioni di euro
È destinato a superare ampiamente i 6 milioni di euro il debito accumulato da Palamantova, la società che gestiva il Palabam e dichiarata fallita il 22 novembre scorso
MANTOVA. È destinato a superare ampiamente i 6 milioni di euro il debito accumulato da Palamantova, la società di Antonio Luigi Caranci che gestiva il Palabam e dichiarata fallita il 22 novembre scorso. Ieri si è tenuta la prima udienza per l’esame dello stato passivo che ha visto insinuarsi creditori per un ammontare di un milione 900mila euro.
Di questi, 400mila riguardano il Comune di Mantova per Imu non versata, 900mila di debiti tributari, 200mila come compenso per i professionisti che hanno steso il piano e il resto i fornitori. All’appello mancano i creditori più grossi, e cioè le banche, attesi per la prossima udienza fissata per l’11 luglio, e dedicata ai creditori tardivi che dovranno avanzare le loro richieste al curatore fallimentare Stefano Stringa. In quell’occasione dovrebbero farsi avanti il Credito Padano che vanta un credito di 2 milioni 700mila euro, altre banche, fornitori ed erario per un altro milione e mezzo di euro.
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Nel frattempo, prosegue la ricognizione dei debiti anche delle altre società della galassia Palabam, e cioè Best catering e Mantova commercio e mercato, entrambe riconducibili a Caranci e dichiarate fallite l’anno scorso. Martedì scorso si è svolta la seconda udienza relativa alle domande tardive dei creditori che si sono rivolti al curatore fallimentare Giuseppe Angiolillo.
Ebbene, si sono insinuati nel fallimento creditori chirografari per un ammontare di 229mila euro, di cui 214mila reclamati da una banca, 11mila dall’Enel e 3mila dall’Agenzia delle entrate; ci sono inoltre altri 37mila euro che l’Agenzia delle entrate si è vista riconoscere come credito privilegiato. Ad oggi i debiti della Best catering ammontano a 2 milioni 880mila euro. La prossima udienza per i creditori tardivi è fissata per il 3 luglio. Ieri si è svolta la prima udienza per i creditori tardivi del fallimento di Mantova commercio e mercato, il cui curatore è Giovanni Mariotti. Nel fallimento si sono insinuati banche e Agenzia delle entrate per un totale di 25.600 euro di creditori chirografari e di 15.800 euro di creditori privilegiati. Nella prima udienza i chirografari riconosciuti reclamavano 622mila euro, mentre i privilegiati 567mila euro. Il passivo a bilancio è di 2 milioni per cui, nell’udienza dell’11 luglio, sono attesi all’appello altri creditori.
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