In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Messaggi del sindaco taroccati: ora la Nizzoli va verso il processo

Chiesto il rinvio a giudizio per calunnia ai danni di Palazzi. Contributi e peculato: al rush finale le indagini sul sindaco

di Giancarlo Oliani
1 minuto di lettura

Il caso Palazzi: cosa dice la legge

MANTOVA. La procura di Mantova ha chiesto il rinvio a giudizio per Elisa Nizzoli, rea confessa di aver manipolato alcuni messaggi del sindaco Mattia Palazzi, trasformandoli in richieste di favori sessuali per non ostacolare l’associazione culturale di cui era vicepresidente.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Mattia Palazzi e l'indagine (archiviata) per tentata concussione continuata, cosa è successo]]


L’ipotesi di reato avanzata dall’accusa è la calunnia. Se fosse riconosciuta, la Nizzoli rischierebbe da due a sei anni di reclusione. La fissazione dell’udienza preliminare dovrebbe avvenire a giorni.

Ai giudici, quando sarà il momento, la Nizzoli dovrà spiegare chiaramente perché si è ostinata a negare ogni coinvolgimento per poi invece confessarlo.

Una confessione frutto anche della determinazione con la quale hanno agito i sostituti procuratori titolari dell’indagine.

Elisa Nizzoli, lo ricordiamo, messa di fronte alle analisi effettuate sul suo telefonino è crollata com’è noto al secondo interrogatorio.

Mantova, il sindaco dopo l'interrogatorio in tribunale



Un semplice copia e incolla della chat, le modifiche sul nuovo testo e via con l’inoltro alla presidente dell’Associazione Mantua e Genuit di Cinzia Goldoni. La domanda è: perché la Nizzoli ha voluto diffondere messaggi falsificati e difendere a spada tratta il sindaco subito dopo l’apertura dell’ inchiesta chiusasi con l’archiviazione?

Quel secondo interrogatorio è stato davvero drammatico. La donna, alla fine, aveva ammesso di aver modificato i messaggi: ha preso quelli ricevuti dal sindaco, li ha copiati, incollati, aggiustati e inviati all’amica.

C’erano anche quelli a sfondo sessuale ma non costituivano ipotesi di reato. Falsi quelli del ricatto. Perché costruirli?

La Nizzoli è stata incitata da qualcuno, ha fatto tutto da sola e a quale scopo? A queste domande al momento non ci sono risposte. Le dovrà dare al giudice per le indagini preliminari.

La vicenda giudiziaria del sindaco Mattia Palazzi non si è però chiusa, perché rimane in piedi l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio per la gestione dei contributi alle associazioni (per il quale il primo cittadino di Mantova ha ricevuto un avviso di garanzia).

A questo proposito è stata imponente l’acquisizione di documenti in Comune da parte dei carabinieri relativamente al periodo 2016-2017.

Caso Palazzi, il sindaco in consiglio: "Non mi dimetto, sono innocente"



Anche gli accertamenti – al momento senza indagati – sul peculato per l’uso dei messi comunali inviati a fare compere per sindaco e assessori stanno per chiudersi.

Il sindaco Mattia Palazzi, intervenendo sull’argomento, ha già dichiarato come gli stessi vengano definiti con la stessa modalità delle precedenti amministrazioni, in base al regolamento comunale e sempre con vaglio formale e determina del dirigente incaricato, a seconda del settore competente.

«Tra l'altro - aveva dichiarato Palazzi - l'ottanta per cento circa dei contributi sono storicizzati, ossia confermati da più amministrazioni». Ma è anche proprio su questo che la Procura di Mantova indaga.
 

I commenti dei lettori