MANTOVA. Li riconosci dalle cartine strette in pugno, quasi fossero le cartine a condurli, dai bastoni per i selfie, dagli smartphone puntati sulla cupola di Sant’Andrea, dalle inflessioni altre che colorano le parlate: a ogni Pasqua che si rispetti si legge del boom di turisti, ma quest’anno il pieno sembra davvero più pieno del solito. Soprattutto a Pasquetta, a dispetto della chiusura del Ducale che lascia l’amaro in bocca a tanti visitatori.
Per misurare la densità della folla basta avventurarsi sulla pista che costeggia il ponte di San Giorgio, allacciando Campo canoa al profilo romantico della città, con il Castello appoggiato sulla linea dei laghi. Alle quattro del pomeriggio è impossibile pedalare, tocca scendere dalla bicicletta e assecondare il passo della coda di gente che si snoda per tutta la lunghezza del percorso, in entrambi i sensi di marcia. Si va e si viene dal parcheggio di Campo canoa. Mentre sotto il ponte sfilano motonavi colme di passeggeri.
I turisti li riconosci anche dalla sosta selvaggia, spesso creativa, al limite dello stupore. Le aiuole all’incrocio tra strada Cipata e la Legnaghese, ad esempio, appaiono colonizzate dalle auto, ma secondo una geometria d’incastri che nemmeno a farlo apposta. Come per gli anni passati, l’amministrazione ha scelto di non accanirsi sui turisti, sposando la linea della tolleranza larga: il consuntivo di fine giornata dice solo venti multe, date dagli agenti della polizia locale nei casi più estremi, auto parcheggiate davanti a passi carrai e macchine piantate in posizioni azzardate, d’intralcio alla circolazione.
«Con i suo i 350 posti Campo canoa si conferma il parcheggio di riferimento per i turisti – osserva l’assessore Iacopo Rebecchi – molto apprezzato per il collegamento con la navetta per e da piazza Sordello, e adesso anche per le biciclette del servizio Mobike». A confortare l’analisi di Rebecchi sono i numeri, il +20% di passeggeri della navetta nel primo trimestre del 2018, mentre è in corso uno studio per allargare la capienza del parcheggio di altri 150 posti.
Lasciandosi Campo canoa definitivamente alle spalle, sempre con la bici spinta a mano, attraverso via San Giorgio si arriva in una piazza Sordello che è un concentrato di sapori regionali, dall’arancino allo strudel, una giostra di profumi che promette di risarcire, in piccola misura, i delusi del Ducale. Un arrosticino non vale una visita a Corte Vecchia, però può aiutare a smaltire la rabbia.
Dai portici Broletto fino piazza Marconi il colpo d’occhio restituisce un fiume di gente che ricorda la folla di Festivaletteratura. La passeggiata a gomiti larghi, col pollice pronto sul campanello, offre anche l’occasione per una conta dei negozi aperti e di quelli chiusi, lungo la scia del consueto dibattito sulla città turistica che deve accogliere i visitatori anche con le vetrine illuminate. Occhio e croce, la conta finisce con un pareggio: tanti i negozi aperti quanti quelli chiusi. Aperti soprattutto i negozi di catena, chiusi gli altri, ma con qualche eccezione. La strada più commercialmente vivace sembra essere via Verdi, mentre corso Umberto è apparecchiata da bancarelle di artigianato che sempre attraggono l’interesse.
Dal centro ai parchi alle sponde dei laghi, rimbalzano foto di visitatori a frotte, gente sdraiata sull’erba, a passeggio, seduta ai tavolini. Giovani, anziani, coppie, famiglie. «Miglia di turisti, tantissimi stranieri» annota il sindaco su Facebook. Il suo primo grazie? Agli operatori di Mantova Ambiente. Meritato.
Igor Cipollina