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I cinema di provincia e la voglia di resistere. «Grazie ai volontari»

La Pro Loco di Ostiglia lascia la gestione del Monicelli. Ma parrocchie e associazioni culturali reggono le altre sale

di Daniela Marchi
3 minuti di lettura

MANTOVA. Cinema, che passione! Lo sa bene l’esercito di volontari che, a titolo completamente gratuito, solo per amore della settima arte, permette di tenere in piedi tutte le piccole e medie sale della provincia. Davvero tutte sono a gestione volontaria, a parte solo il Vittoria di Viadana, proprietà comunale, affidato ad un privato. Ma gli altri cinema sono gestiti da parrocchie, pro loco, associazioni culturali. Abbiamo quattro strutture associate Acec, cioè Associazione cattolica esercenti cinema e fanno capo alle rispettive parrocchie. Sono: il Supercinema di Castiglione, il San Carlo di Asola, il Lux di Quistello, il Capitol di Sermide.

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Poi ci sono il Ducale di Revere e il Monicelli di Ostiglia affidati alle rispettive Pro loco; mentre in carico ad associazioni culturali sono il Politeama di Suzzara di cui si occupano gli Amici del cinema Dino Villani, di fatto una costola della Pro loco e il cinema di Dosolo, immobile del Comune assegnato al Circolo culturale Gulliver. Da quattro anni ha sospeso le proiezioni il Lux di San Matteo delle Chiaviche, per difficoltà gestionali. Mentre un paio di mesi fa ha riaperto i battenti dopo dieci anni di chiusura la Sala Verde di Goito, di proprietà del Comune, al momento gestita da proprio personale.

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Gestioni volontarie, quindi, con l’unico obiettivo di mantenere vivo il paese. Già, perché altrimenti i cinema difficilmente potrebbero esistere, soprattutto in provincia dove le sale non si riempiono mai al completo. Costi di gestione, impianti che richiedono una qualità tecnica sempre più elevata, manutenzione, personale: spese pesantissime da sostenere.

Qualcuno infatti non ce la fa. È notizia di un paio di settimane fa, per esempio, che la Pro Loco di Ostiglia ha deciso di lasciare la gestione del cinema teatro Monicelli. «Non riusciamo più a garantire l’impegno - aveva dichiarato la presidente Daniela Forapani - troppo gravoso per i pochi volontari e un solo operatore. È un onere che deve tornare in capo all’amministrazione».

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Ma per uno che cede le armi, tanti altri resistono strenuamente. E ce la fanno con una serie di strategie: rassegne per la terza età, proiezioni pomeridiane extra per bambini, gli incassi del bar, la partecipazione a concorsi a premi in denaro. Prendiamo per esempio il Ducale di Revere, vicinissimo a Ostiglia, forse troppo e in un certo senso concorrente: «Ce la facciamo appena perché siamo tutti volontari Pro Loco. Del cinema si occupano a turno almeno dieci persone, tra l’altro di una certa età, e riusciamo a tenere aperto dal venerdì al martedì - ci spiega il presidente dell’associazione Eros Giovannini - Dipende dagli anni, ma se ci sono buoni titoli si va in pareggio. Certo non c’è da guadagnarci. Il Comune ci paga il riscaldamento per tutta la stagione, dai 9 ai 12mila euro, ma tutto il resto è a nostro carico. Negli ultimi anni abbiamo acquistato la macchina di proiezione digitale con contributi regionali, ma sono ben 63mila euro». Bilancio in pareggio, ma la Pro Loco è soddisfatta: «La nostra media di biglietti staccati, quella che ci permette di non andare in passivo, va dagli 8 ai 10mila biglietti l’anno. Nel 2017 sono stati 9mila. Ma ad esempio 4 anni fa sono stati staccati 6mila biglietti. Però il lavoro è tanto: facciamo prime visioni per cinque serate, dal venerdì al martedì, più cicli d’essay e cinema scontato per gli over 60 il sabato alle 19. Purtroppo non riusciamo più ad avere il cinema estivo perché non abbiamo la macchina a pellicola; quella digitale non possiamo portarla fuori, pesa due tonnellate».

Almeno quaranta volontari di tutte le età ruotano, invece, attorno alla parrocchia di Quistello proprietaria del cinema Lux. Ci sono i pensionati che al gioco delle carte al bar preferiscono stare alla cassa o strappare biglietti al cinema, ci sono studenti appassionati del grande schermo che tra un esame universitario e l’altro si fanno qualche serata a proiettare film in “piccionaia”, ci sono gli assistenti del parroco. «Noi siamo contenti del nostro lavoro - premette il responsabile Livio Vincenzi - Siamo anche in una buona posizione, riusciamo a coprire un’area di 15mila abitanti. Qui a Quistello arrivano da San Benedetto, San Giacomo, Quingentole, Schivenoglia, Poggio Rusco. Abbiamo prime visioni in seconda o terza settimana e riusciamo a fare tre sere, sabato, domenica e lunedì più alcune rassegne. Noi siamo iscritti ad un’associazione cattolica, l’Acec di cui è stato presidente anche l’ex vescovo Busti, quindi non possiamo proporre proprio tutti i titoli. Il nostro è un cinema per famiglie però la libertà di scelta è ampia. In questo anno c’è stato un lieve calo, 10-15% che corrisponde però a quello nazionale; nel 2017 abbiamo chiuso comunque con 9mila biglietti staccati. In più ogni anno abbiamo 6mila euro dal Comune per l’utilizzo della sala per 25 eventi. Chiudiamo sempre in attivo, 3-4mila euro, ma reinvestiamo tutto in nuove tecnologie».

Si prepara a festeggiare, proprio quest’anno, il ventesimo dall’apertura quella che fu la prima multisala parrocchiale in Italia, tuttora l’unica nella nostra provincia, cioè il Capitol di Sermide, di cui è responsabile lo stesso parroco don Gianpaolo Ferri, arrivato a Sermide e Felonica l’anno scorso: «Abbiamo una bella struttura, funziona bene. Però devo dire che a sostenerla c’è un forte gruppo di volontari, almeno sessanta. Persone capaci e piene di entusiasmo». Tra loro, c’è il responsabile della programmazione Matteo Pacchioni: «Riusciamo a soppravvivere e non è poco. Siamo tanti per fortuna, ognuno con il proprio ruolo: programmazione, cassa, bar, amministrazione. L’unico pagato è il proiezionista, che fa gli orari peggiori. La nostra fortuna sta nella collocazione geografica: siamo distanti dalle città, Mantova e Ferrara, ma al confine con più regioni. Da noi arrivano persone da Legnago o da Mirandola. E poi abbiamo la fortuna di avere due sale, grazie a don Libero Zilia che era parroco qui vent’anni fa ed era un grande appassionato di cinema. Fece demolire il vecchio teatro e costruire le due sale da 150 e 117 posti. Così riusciamo ad avere guadagno. Nel 2017 abbiamo avuto 22mila biglietti venduti che aggiunti all’incasso del bar e ai premi per le rassegne, ci fa essere in attivo».
 

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