Lavoro in calzificio per trenta studenti
Prosegue la formazione in azienda dei ragazzi del Mantegna. Le imprese disponibili sono 25: «Alternanza fondamentale»
Barbara RodellaMANTOVA. Trenta ragazzi dell’istituto Mantegna da lunedì 9 aprile in alternanza scuola-lavoro nel distretto della calza. Il progetto “Impariamo lavorando: la complessità della filiera” è finanziato con fondi dell’Unione europea, 26.900 euro, stanziati per attività che migliorino le proposte scolastiche. Gli studenti frequentano il triennio dell’indirizzo tecnologico-tessile abbigliamento moda. Diciassette di loro sono iscritti in quarta e in quinta e già lo scorso anno in febbraio avevano svolto un primo percorso nel distretto della calza dove anche quest’anno torneranno, in alcuni casi cambiando azienda, per continuare la formazione.
L’iniziativa, che si concluderà il 20 aprile, vede la partecipazione di venticinque aziende tra Castel Goffredo, Asola, Carpenedolo, Medole e Casaloldo. Ognuna ospiterà uno o, massimo, due studenti. Tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, gli alunni partiranno da Mantova alle 7.45 in pullman. Saranno accompagnati nei rispettivi luoghi di lavoro e alle ore 17 riportati in città. Sono previste attività in laboratori di controllo, in area marketing-commerciale e area produttiva e nei reparti di tintoria. A vigilare sul percorso formativo come tutor, i professori Pierangela Orlandelli, Mara Covino, Daniele Alessandro e Stefania Giacometti.
Sabato 7 aprile, alla presentazione del programma, con la Orlandelli, sono intervenuti Marco Zanini, segretario generale della Camera di Commercio e Alessandro Gallesi e Davide Bonassi rappresentanti delle associazioni A.di.ci (Associazione distretto calza e intimo) e Csc (Centro servizi impresa). «Lo scorso anno ci hanno accolti in una ventina, quest’anno sono aumentati. Questo significa che inizia ad essere compresa l’importanza dell’alternanza» spiega la Orlandelli. E sulla rilevanza del binomio scuola-impresa si sofferma anche Gallesi. «I tempi di formazione di due-tre anni per i nuovi arrivati nei settori manifatturieri e industriali non ci sono più. I mercati sono cambiati e avere persone che sanno già muoversi nell’ambiente è fondamentale». Le filiere del distretto, sottolinea Gallesi, hanno bisogno di nuove leve che possano portare avanti il made in Italy. «Pensare solo alla vendita del prodotto è sbagliato quando non abbiamo persone che sanno realizzarlo. Tecnologie e macchinari svolgono gran parte del lavoro ma la componente umana aggiunge valore al risultato finale». «L’alternanza dà un’idea ai ragazzi del mondo del lavoro e permette alle aziende di conoscere i ragazzi. È il primo tassello del processo di inserimento lavorativo» conclude Zanini.
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