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La pioggia crea due stagni. A rischio le isole di Ocno

«Quelli sono stati soldi buttati: la fine di Ocno era ampiamente annunciata». Solo una ventina di giorni fa le opposizioni in consiglio comunale tuonavano così contro l'arcipelago galleggiante

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MANTOVA. «Quelli sono stati soldi buttati: la fine di Ocno era ampiamente annunciata». Solo una ventina di giorni fa le opposizioni in consiglio comunale tuonavano così contro Ocno, l’arcipelago galleggiante varato sul lago Inferiore nel 2016, anno di Mantova capitale della cultura. Ora, mentre il futuro delle chiatte del designer Joseph Grima resta ancora incerto, succede che l’acqua piovana ha creato sulla superficie delle isole artificiali delle grandi pozzanghere.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Arcipelago Ocno La riapertura prevista in maggio ]]

Segno di una flessione dei pannelli della pavimentazione, a causa dell’umidità a cui sono sottoposti da molti mesi. Nella foto accanto, diventata virale su Facebook, si vedono due delle sei isole di Ocno che contengono una sorta di stagno, con tanto di gabbiani attorno. Non c’è dubbio, prima di riutilizzarle, servirà una manutenzione. In ogni caso il sindaco Mattia Palazzi il mese scorso ha annunciato che l’installazione, costata 200mila euro, sarà spostata – la data è da destinarsi – dal lago Inferiore a quello Superiore per essere riutilizzata non più in faccia al castello di San Giorgio ma al parco di Belfiore.
 

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