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Il musicista rifugiato a Mantova: "Il mio popolo vive un incubo"

Parla il direttore d'orchestra fuggito da Damasco perché bollato come dissidente dal regime di Assad. Dopo il lancio dei missili ha subito chiamato i parenti: "Stanno tutti bene, ma non posso dire altro. Li metterei in pericolo"

di Roberto Bo
2 minuti di lettura

MANTOVA. L'attacco alla sua «Amata Siria», prendendo a prestito le parole di Papa Francesco, lo temeva già da una settimana. Lui che dalla sua terra d'origine è dovuto fuggire perché bollato come dissidente dal regime di Assad, che dalla sera alla mattina – solo per non aver postato su Fb i like con i proclami del presidente e per aver tolto la sua immagine dall’ufficio durante un restyling – gli ha fatto terra bruciata levandogli tutti gli incarichi che aveva come musicista di alto profilo.

Nahel Al Halabi, 41 anni, fondatore della Syrian Philharmonic Orchestra e per un anno direttore dei conservatori di musica siriani, ha dovuto ripiegare a Mantova, dove è arrivato circa sei mesi fa seguendo il suo cuore: la fidanzata Marta, origini sarde, insegnante di danza al liceo Isabella d’Este.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Musicista fugge dalla Siria per amore e per la lirica e si rifugia a Mantova]]

«E' una settimana – racconta – che mi sveglio alle 4 di notte e accendo la televisione. Ieri mi sono svegliato alle 6 e ho appreso che c'era stato l'attacco. Ho subito chiamato i miei genitori (la madre è insegnante e il padre critico letterario radiofonico, ndr) e i miei fratelli e per fortuna stanno tutti bene. Questa volta è stato un attacco mirato a basi militari, che a quanto risulta fino ad ora non ha interessato la popolazione civile. Ma il timore è tanto e sono molto in apprensione per la mia famiglia e per il mio popolo che sta vivendo un incubo».

Che cosa pensa di questo attacco?

«Posso solo dire che la situazione in Siria è tesa ormai da sette anni e che il popolo siriano sta soffrendo molto, sia che gli attacchi provengano dal regime, dai ribelli o dai terroristi. Non posso aggiungere altro, cercate di capirmi, io sono fuggito dalla Siria perché lì non potevo più stare, ma là ci sono ancora i miei parenti, preferisco non dire altro, li metterei in pericolo».

Usa, Gran Bretagna e Francia dicono che i missili sono stati lanciati per fermare l'uso delle armi chimiche.

«Ho sentito tante analisi e da diverse fonti, da una parte i russi, gli iraniani, il regime siriano e dall'altra l'Occidente. Quello che dico io è che queste armi non devono proprio esistere. Si dice che siano state utilizzate armi chimiche contro la città di Duma, ma tutti negano. Fonti arabe dicono che le hanno usate, ma il regime continua a negare».

[[(gele.Finegil.Image2014v1) a]]

Nahel ha scelto l'Italia come sua nuova terra (si è laureato a Genova) anche in virtù dei forti legami tra i due Paesi. «La via di Damasco, le opere italiane composte sul tema siriano i tanti legami artistici, storici e religiosi. Siamo molto più simili di quanto si possa immaginare». Meno di una settimana fa il musicista è stato invitato al teatro Dal Verme di Milano per presentare il suo nuovo brano durante un concerto di beneficenza dal titolo "Song & Superar for Syria" per sostenere il progetto "Diritti al centro" di Vento di Terra a favore dei bambini profughi siriani in Giordania.

Il brano s'intitola "Fino a quando...". Che significato ha?

«Il significato è abbastanza intuitivo: fino a quando i poteri internazionali si faranno guerra in Siria? Fino a quando i siriani moriranno e subiranno questa situazione senza un'assistenza vera e concreta? Fino a quando dovranno fuggire dal loro Paese? Fino a quando non potranno tornare? Credo che ce ne sia abbastanza per una profonda riflessione. Il brano, con il linguaggio universale della musica, racconta la storia di un bambino siriano di otto anni che ha perso i genitori sotto le bombe». Il direttore d'orchestra dal suo arrivo a Mantova sta gettando le basi per mettere a frutto la sua lunga esperienza come musicista e compositore e proprio in questi giorni sta organizzando un concerto (box a fianco) che si terrà nei prossimi mesi in città per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema Siria.

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Nel 2015 ha fondato la C. R. C. World (Cultura, Ricerca e Comunicazione) con lo scopo di aggregare questi tre elementi per rimarcare l’inesistenza dei confini della cultura e della scienza e costruire ponti di comunicazione culturale accademici e professionali tra l’Europa e il mondo arabo.
 

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