Ritrovato per intero il coro ligneo del ’600. Era in un magazzino
Refurtiva a Brescia. Identificate alcune persone Il sovrintendente: la comunità ha un ruolo strategico
GONZAGA (Bondeno). Il coro ligneo del 1600, rubato dalla chiesa di Bondeno di Gonzaga, è ormai in mani sicure. I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Monza sono riusciti a recuperarlo per intero.
Dopo una settimana di serrate indagini i militari brianzoli hanno fatto irruzione in un magazzino laboratorio alle porte di Brescia e non nel Milanese com’era sembrato in un primo momento. All’interno di quel magazzino sono state sorprese alcune persone al lavoro la cui posizione probabilmente è già stata vagliata. Saranno loro a fornire il nome di chi, con tutta probabilità ha commissionato il colpo? Le indagini continuano, ma l’obiettivo è stato centrato.
Al momento i carabinieri preferiscono non fornire ulteriori dettagli. Lo faranno, con tutta probabilità nei prossimi giorni quando il prezioso coro ligneo verrà restituito alla chiesa di Bondeno. Per arrivare alla refurtiva gli uomini dell’Arma hanno sfruttato tutti i mezzi a loro disposizione. Con tutta probabilità a metterli sulla buona strada e a condurli a destinazione sono state le celle telefoniche intercettate nelle ore in cui il colpo è stato messo a segno. A sopporto forse anche le immagini di qualche telecamera nella zona di Gonzaga.
Ricordiamo che oltre al coro ligneo sono sparite dalla chiesa due acquasantiere e alcune parti di un baldacchino. Una chiesa che, ricordiamo, è chiusa dal 2012 a causa dei danni provocati dal terremoto.
«Per preservare il patrimonio artistico custodito nelle chiese ancora chiuse dopo il sisma di sei anni fa la comunità gioca un ruolo strategico di vigilanza e controllo di movimenti sospetti». È quanto afferma il sovrintendente di archeologia, belle arti e paesaggio di Mantova-Cremona-Lodi Gabriele Barucca .
«Sei anni fa- continua Barucca- la comunità chiese di trasferire il coro nel capannone scelto per officiare le messe ma la sovrintendenza bocciò il trasferimento in accordo con la Curia. Una scelta che condivido perché il trasferimento di opere d’arte va il più possibile evitato: è un’operazione che reca danni ai manufatti. E quel no fu dato per questioni di conservazione e sicurezza. Il legno è un materiale sensibile, il coro si sarebbe rovinato certamente in un luogo umido riscaldato in inverno con i termosifoni. E questa è una certezza. Purtroppo non si poteva immaginare il furto: questo non si poteva prevedere. Ma poteva accadere anche nella struttura dove si celebra la messa».
«Un capannone è davvero più sicuro di una chiesa abbandonata?», si chiede il sovrintendente. Si potevano e si possono ancora mettere telecamere di videosorveglianza, a Bondeno come in altre chiese che vivono una situazione analoga, ma anche la tecnologia non assicura nulla alla comunità, serve la collaborazione dell’intera comunità». (ha collaborato Barbara Rodella)
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