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Emergenza planetaria per le microplastiche nel suolo

Le microplastiche stanno diventando una minaccia anche per piante e animali terrestri e di acqua dolce. Nemmeno l’uomo è immune, poiché le ingerisce attraverso il cibo o addirittura con l’acqua potabile in bottiglia. Il tema desta sempre più preoccupazione tanto che #BeatPlasticPollution (Sconfiggiamo l’inquinamento dalla plastica) sarà l’hashtag per la prossima Giornata Mondiale dell’Ambiente il 5 giugno

Manuela D'Amen
1 minuto di lettura

MANTOVA. I miliardi di tonnellate di plastica che galleggiano nei mari hanno ormai attirato l’attenzione mediatica. Ma non scordiamo che la maggior parte di questi rifiuti arriva al mare dopo esser stata gettata sulla terraferma. Qui ha già inizio il processo di frammentazione in microplastiche (dimensioni inferiori ai 5 mm), che poi raggiungono il mare principalmente trasportate nei sedimenti fluviali. Sulla terraferma le microplastiche interagiscono con gli ecosistemi terrestri e di acqua dolce, provocando un impatto che, secondo una ricerca tedesca dell’Istituto Leibniz, potrebbe essere ancora maggiore rispetto a quello già osservato in mare. Infatti l’inquinamento terrestre da microplastiche è da 4 a 23 volte superiore a quello marino, a seconda del tipo di ambiente.

“Prodotti chimici a preoccupazione emergente”: in questa categoria le materie plastiche e le microplastiche saranno discusse nella conferenza sull’inquinamento del suolo, organizzata dalla FAO a Roma dal 2 al 4 maggio. Una preoccupazione dovuta al rilascio, durante la decomposizione della plastica, di diverse sostanze note per influenzare il sistema ormonale di vertebrati e invertebrati. Inoltre, frammenti ancora più piccoli delle microplastiche potrebbero interagire a livello molecolare con il tratto digestivo degli organismi ed essere assorbite, ponendo problemi di accumulo e tossicità. Questo fenomeno è stato recentemente descritto per il krill (piccoli crostacei simili a gamberetti) in mare, tuttavia gli effetti a lungo termine sulle catene alimentari non sono stati ancora sufficientemente esplorati, specialmente in ecosistemi terrestri.

Le microplastiche arrivano anche nel nostro piatto: varie ricerche in passato hanno dimostrato che esse sono presenti non solo nel pesce e nei frutti di mare, ma anche in altri alimenti come il sale, lo zucchero o la birra. Recente anche il caso del ritrovamento di microplastiche nell’acqua potabile in bottiglie di plastica. In realtà, nessuno ci obbliga a disperdere la plastica nell’ambiente. La lotta alla plastica dipende anche da noi tanto da essere tema centrale nella prossima Giornata Mondiale dell’ambiente (5 giugno) con l’hashtag #BeatPlasticPollution e lo slogan: “ se non puoi riciclarla, non usarla”.

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