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Ducale, la Cisl alza la voce: «Serve programmazione»

Sabato l’assemblea dei custodi. Insulti ai lavoratori sull’avviso appeso al portone: «Le aperture nei giorni di riposo devono essere concordate con anticipo»

di Sandro Mortari
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MANTOVA. Sull’avviso di “possibili disagi per assemblea sindacale in corso”, appeso al portone d’ingresso, qualcuno ha pensato di scrivere parole d’insulto. Indirizzate ai custodi, già presi di mira le settimane passate: dipinti come fannulloni per non avere rinunciato, il giorno di Pasquetta, al loro turno di riposo. Non c’è pace per i lavoratori di Palazzo Ducale, riuniti ieri dai sindacati della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil per fare il punto sulla posizione da tenere, in futuro, in caso di nuove emergenze da tamponare. Come quella dell’apertura di domani, risolta grazie a 25 custodi volontari che hanno accettato di lavorare di lunedì.

«Abbiamo deciso quale strategia adottare d’ora in poi – spiega Roberto Dusi, segretario generale della Cisl funzione pubblica Asse del Po – perché bisogna che sia chiaro che queste aperture devono essere programmate con anticipo. Non ci si può accorgere il sabato che il lunedì c’è un problema. E la gestione spetta al Ministero e alla direzione. Per tutelare i lavoratori e garantire un servizio alla città». Non è stato così nel fine settimana pasquale e c’è mancato poco che anche domani, in pieno ponte del Primo maggio, il palazzo rimanesse chiuso: la soluzione è stata trovata, in extremis, soltanto qualche giorno fa. I 25 custodi si distribuiranno su due turni: al mattino sarà possibile visitare il Castello di S. Giorgio con la Camera degli Sposi e Corte Nuova, mentre nel pomeriggio apriranno anche Corte Vecchia e “LaGalleria”. «Queste persone stanno dimostrando un grande senso di responsabilità – prosegue Dusi – Molti di loro hanno titoli di studio importanti e guadagnano poco più di mille euro al mese. Fanno turni notturni, spesso da soli, in spazi grandi e freddi, con telecamere e monitor obsoleti. Rivendichiamo regole, diritti, dignità».

Se i turni sono difficili da gestire è anche a causa della carenza d’organico: i custodi, 57 contro i 78 previsti, lavorano spesso nei festivi, andando ben oltre il limite del 33% di giorni festivi lavorati previsto dal contratto nazionale, e fanno molti turni notturni. «E invece di ringraziamenti e solidarietà ricevono offese». Nei prossimi giorni, i sindacati chiederanno altri incontri con il direttore Peter Assmann: «Abbiamo visto una buona apertura. Lavoreremo insieme» conclude Dusi.

Il primo obiettivo è scongiurare le chiusure domenicali di settembre prospettate dallo stesso direttore. Il quale, i giorni scorsi, ha messo sul tavolo una soluzione ulteriore: l’utilizzo di cooperative di lavoratori esterni, possibilmente pagati con il denaro di sponsor privati. (s.pin.)
 

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