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Alcol, droghe e ludopatia: un posto letto al Poma

Progetto allo studio di Asst e Serd per ricoveri temporanei contro le dipendenze. Degli Esposti: «L’obiettivo è un percorso anche ospedaliero di disassuefazione»

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MANTOVA. Dopo il pool di medici e psicologi del Serd che tutti i lunedì pomeriggio è a disposizione del pronto soccorso del Carlo Poma per consulenze con giovani e meno giovani con problemi legati ad alcol e droghe, l'Asst di Mantova sta studiando un nuovo progetto che prevede l'attivazione di un posto letto dedicato dove ricoverare persone malate di dipendenza.

Direzione sanitaria e Serd ne stanno parlando in queste settimane. L'apertura di un posto letto in ospedale legato alle dipendenze è previsto nelle regole di sistema 2018 della Regione, il programma che delinea l’indirizzo sanitario da seguire per l'anno in corso. Ora si tratta di capire quale reparto sia più idoneo ad ospitare il nuovo letto.

«Siamo ancora nella fase di studio – mette le mani avanti il responsabile del Serd, Marco Degli Esposti –. L'obiettivo è quello di riuscire a far partire un posto letto per periodi di cura variabili tra una e due settimane per la disassuefazione da dipendenze che possono essere da farmaci, droga, alcol o altro. Ovviamente alle dimissioni il paziente sarà poi seguito dai servizi territoriali». Nel nordItalia, tra gli ospedali pubblici, solo l'ospedale Borgo Roma di Verona ha attivato un percorso di questa natura e non a caso proprio la struttura sanitaria scaligera fornirà la supervisione al progetto.

Il legame che si è creato tra Poma e Borgo Roma nasce da uno studio – tramite interviste agli studenti delle superiori – realizzato da un giovane psicologo mantovano, Lorenzo Zamboni, 28 anni, che lavora alla Medicina delle dipendenze dell'ospedale di Verona. Dalla sua ricerca emergono particolari interessanti sul rapporto dei ragazzi mantovani e veronesi con le fonti di dipendenza.

«Gli studenti non sono estranei a sostanze a rischio dipendenza, soprattutto alcol e fumo – spiega lo psicologo – ma anche droga e uso smodato dello smartphone, ma più che gridare allo scandalo è bene parlare con i ragazzi, informarli, tenere con loro relazioni vive. Un giovane che ha molti interessi è meno facile che cada nella dipendenza, se la sostanza riempie un vuoto è più pericolosa. Quello che emerge è piuttosto che c’è una quota importante di ragazzi ansiosi e che tendono alla depressione».

I primi risultati dello studio che ha l'obiettivo di arrivare a mille studenti intervistati fra Mantova e Verona (finora sono 679 del triennio), è stato presentato da Zamboni al convegno che si è tenuto il 3 maggio all’ospedale Borgo Trento di Verona.

E sono già diversi i mantovani che si curano alla Medicina delle dipendenze del Borgo Roma. Il centro, che è il primo nato in un ospedale pubblico in Italia, accoglie ogni anno 500-600 persone, per il 60% da fuori Veneto. Quasi la metà non riescono a staccarsi dalle sigarette. Ma le dipendenze sono molte: fumo, alcol, droghe, benzodiazepine, ludopatia e internet.(maf)


 

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