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Il nuovo corso Corneliani: «La moda diventa design»

Intervista all’ad Roviera durante l’anteprima mantovana della collezione primavera/estate 2019. «Il bello fa parte delle nostre radici e guardiamo a un futuro sempre più digitale»

di Monica Viviani
2 minuti di lettura

MANTOVA. Anteprima a Mantova per ribadire ancora una volta l’importanza del legame con il territorio, la moda che diventa design, il consumatore finale come faro: incontriamo Paolo Roviera, amministratore delegato di Corneliani (nella foto Saccani), in occasione della tre-giorni mantovana dedicata alla collezione primavera/estate 2019 che sarà presentata a Pitti.

Corneliani e il nuovo corso: "La moda come design"



Anche quest’anno avete scelto Mantova per presentare ai vostri agenti nel mondo la nuova collezione...

«È una conferma dell’importanza del territorio. Siamo convinti che per riuscire a trasmettere ai mercati e ai nostri consumatori finali il punto di differenziazione tra il nostro marchio e altri marchi che fanno un prodotto simile al nostro, insistere su quelle che sono le nostre origini, sulla radice da cui tutto nasce, sia molto importante. La prova ne sia che nel ridisegnare il logo aziendale, abbiamo insistito affinché all’albero venissero aggiunte le radici, cioè il radicamento alla cultura del territorio, al suo savoir-faire, alla sua bellezza. Quindi abbiamo insistito affinché le persone venissero a Mantova ancora una volta, per capire quello che vogliamo trasmettere al consumatore finale. Dico spesso che chi compra un nostro prodotto compra un pezzo d’Italia e ha la fortuna di comprare pezzi d’Italia bella. È molto importante che le persone che vendono il nostro prodotto si riempiano gli occhi di quello che questo territorio può offrire».

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Lei insiste spesso sull’importanza del consumatore finale: di qui i nuovi negozi e l’e-commerce?

«A luglio in via del Babuino a Roma inauguriamo il primo negozio con il nuovo concept retail. Roma ci mancava per completare un po’ la nostra presenza sul mercato italiano, che ancora oggi è il mercato più importante per la Corneliani. L’importanza del consumatore finale è scontata perché è lui l’arbitro del successo o dell’insuccesso di un marchio. Questo per noi è il focus. Allo stesso tempo l’e-commerce, che stiamo implementando, è fondamentale per la crescita dell’azienda. Il vero lusso ormai è riuscire ad aver un rapporto one to one con il consumatore finale, l’eleganza della nostra offerta deve essere percepita come contrapposizione all’offerta di massa e per essere in contrapposizione alla massa devi essere unico».

In quest’ottica rientra anche la possibilità di fissare un appuntamento online per un capo su misura?

«Il rapporto one to one con il consumatore finale e l’accesso a determinate tipologie di prodotto, ad esempio il “su misura” che produciamo nel nostro stabilimento di Mantova, sono fondamentali. Dico sempre che un uomo deve avere un buon sarto, un buon meccanico e un buon barista, quindi è importante per noi riuscire a diventare il buon sarto del nostro maschio di riferimento».

Chi è allora il vostro cliente di riferimento?

«Non divido più il mondo in fasce d’età parlo di generazioni di connessi, C generation. Anche i non nativi digitali come me usano strumenti digitali: sul mio smartphone ho agenda, numeri telefonici, i memo delle cose che devo fare....il nostro obiettivo è riuscire a rendere la vita più facile al nostro consumatore dandogli anche la possibilità di prendere un appuntamento con una persona fisica, in un negozio fisico però tramite un mezzo digitale».

Dopo Roma, negozio anche a New York?

«Lo stiamo valutando per il 2019. Intanto apriremo un secondo negozio a Londra. Insomma continuiamo nello sviluppo dei nostri negozi. Perché il negozio ti garantisce il contatto con il cliente e più riusciamo ad essere in contatto con il nostro consumatore finale, più possiamo capire quanto siamo efficaci in quello che facciamo».

Come sarà la nuova collezione che portate a Pitti a giugno?

«Facciamo una premessa: noi non facciamo moda, ma design. Quello che noi facciamo è fatto pensando al presente e al futuro. La differenza tra una lampada di design come può essere Arco di Achille Castiglioni e un prodotto fatto nello stesso periodo come la Fiat 1100 è che Arco la guardi ancora oggi ed è attuale, contemporanea, bellissima. Bisogna stare molto attenti: la moda a volte diventa vecchia in un battito di ciglia, il design no. Con la collezione che presenteremo a breve, cerchiamo di continuare nel processo di eccellenza e di elevazione del marchio attraverso l’arricchimento della nostra proposta, l’attenzione verso il segmento alto, l’eccellenza nella scelta delle materie prime e nell’esecuzione dei prodotti, l’attenzione al dettaglio. A Pitti il tutto sarà in un contesto coerente con i nostri nuovi negozi, infatti dietro al progetto architettonico c’è lo stesso architetto che ha progettato i nostri nuovi negozi che è Marco Costanzi».


 

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