La ripresa di Castiglione: «Merito dell’alimentare»
Il numero uno di Confindustria Mantova: «Segnali chiari di riavvio produttivo». I fattori chiave: diversificazione e intelligenza di investire per creare valore
di Francesco RomaniCASTIGLIONE DELLE STIVIERE. La ripresa economica? Parlarne non è più un tabù. Almeno qui, a Castiglione, sulle colline che guardano verso il Garda ed il vicino Bresciano. Mentre nel Suzzarese si studia l’Emilia e nel Sinistra Mincio il riferimento è Verona, qui nella più lombarda delle aree geografiche mantovane la gente da sempre ha una marcia in più sul versante del lavoro. «Un tessuto sociale vivo e sano, una cultura diffusa del lavoro e del sacrificio, retaggio di una mentalità contadina che qui è stata dominante» aveva sintetizzato qualche anno fa Mario Beschi, patron della Messaggerie del Garda e delegato Alto mantovano di Confindustria. Che oggi dice: «C’è attenzione per questi segnali che oggi vediamo. Anche se non parlerei di una ripresa piena con un pil che cresce 1, 2 per cento. Ma indubbiamente qualche passo in avanti c’è». E quel “tirarsi su le maniche” sta tornando fuori dopo gli anni della crisi per fare nuovamente di Castiglione un avamposto della crescita e dello sviluppo. La locomotiva economica pare rimettersi in moto, con gli imprenditori che sentono prima di altri il vento del cambiamento e della ripresa. Gli investimenti sono notevoli. Zona artigianale ormai esaurita, la leader del settore snack Pata che investe 10 milioni nei nuovi magazzini e Sterilgarda che con 30 milioni costruirà due magazzini automatizzati. Si scommette sulla ripresa dietro l’angolo, oppure sono fuochi di paglia?
«Castiglione – dice il presidente di Confindustria, Alberto Marenghi – è da sempre un passo più avanti. Perché ha saputo negli anni diversificare il proprio panorama di aziende. Qui si va dall’alimentare d’eccellenza, ai servizi, alla logistica, al tessile. E questo è una garanzia nei momenti di crisi perché ci sarà sempre qualche settore che ne risente meno». L’area che ha fatto passi da gigante è indubbiamente quella dell’alimentare. Partendo dalla classificazione di zona depressa, in pochi decenni Castiglione ha imboccato la strada dello sviluppo proprio grazie alla trasformazione dei prodotti alimentari. «Ed è una delle chiavi del suo successo e della possibile ripresa di oggi – spiega Marenghi –. L’alimentare sente per ultimo e meno la crisi perché è un bene di necessità primaria. Chi è in questo settore ha dovuto stringere meno la cinghia ed oggi è più pronto di altri a scattare per agganciare la ripresa».
Ma una chiave di lettura che il numero uno degli industriali mantovani tiene a sottolineare è anche «l’intelligenza di imprenditori che hanno capito che investire a Castiglione, facendo crescere localmente la propria azienda, significa crearsi le basi per un futuro migliore». Rafforzando un “made in Castiglione” che potrà essere un’importante risorsa per battere i mercati dei prodotti a basso costo che la ripresa metterà sempre più in secondo piano.
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