Troppa luce: sprechi per 9 milioni
Studio dell'Osservatorio conti pubblici italiani della Cattolica sull’illuminazione pubblica: Mantova è tra le province più abbagliate. Il modello è la Germania
MANTOVA. È un po’ come acquistare un’auto nuova che consuma la metà di quella vecchia per poi spingerla al doppio della velocità. Risultato: fili come una scheggia, ma consumi lo stesso. Il paragone è del mantovano Riccardo Furgoni, cacciatore di stelle variabili e collaboratore dell’Agenzia spaziale europea. Tema: l’illuminazione pubblica, ambito nel quale le luci a led hanno mandato in pensione le vecchie lampade al sodio ad alta pressione, quelle dall’alone giallo che a ripensarci mettono addosso un po’ di nostalgia. Svolgimento: i led non hanno abbassato i costi ma aumentato i flussi, come testimoniano i dati e le immagini dal satellite. E dentro questo quadro brilla la provincia di Mantova, tra le quattro più abbagliate di tutta Italia: basterebbe una gestione oculata per risparmiare 9 milioni di euro all’anno. Da investire altrimenti.
Passo indietro: a inchiodare il Belpaese è uno studio dell’Osservatorio conti pubblici italiani della Cattolica di Milano, fondato da Carlo Cottarelli, già commissario alla spending review prima che il rapporto con l’allora premier Matteo Renzi naufragasse contro lo scoglio dei risparmi nell’illuminazione pubblica. A proposito. L’esito è impietoso: nel 2017 in Italia il consumo di energia elettrica pro capite per l’illuminazione pubblica è stato il doppio della media europea, 100 kilowattora contro 51. Che, tradotto in euro, fanno 28,70 a 16,80.
Che ci azzecca Mantova? C’entra eccome. Primo perché al rapporto dell’Osservatorio conti pubblici italiani hanno collaborato sia Furgoni sia Fabio Falchi, prof di fisica e presidente dell’associazione CieloBuio. Già co-autori del nuovo “Atlante mondiale dell’inquinamento luminoso”, pubblicato nel 2016 dalla rivista Science Advances, i due hanno sviluppato un modello matematico per mettere in relazione i flussi luminosi alla densità di popolazione, disinnescando così una critica facile. Certo che nei luoghi più abitati c’è più concentrazione di luce. Consumo e spreco, però, non sono sinonimi.
In attesa della prossima pubblicazione di Furgoni e Falchi, nel rapporto dell’Osservatorio conti pubblici è finita l’analisi comparata Italia-Germania: la spesa annua pro capite è di 28,70 contro 5,80. Considerando che la spesa complessiva in Italia e dì 1,7 miliardi di euro, se riuscissimo a scendere al livello della Germania il risparmio sarebbe maggiore a 1 miliardo di euro all’anno. Ora della Germania si può dire tutto, che i tedeschi sono un po’ spigolosi e il cibo non proprio allettante, ma che sia una nazione buia, questo no.
Il tasto è delicato, come dimostra la rottura tra Renzi e Cottarelli, perché nell’opinione pubblica è radicata l’equazione più luce uguale più sicurezza. A smentirla sono diversi studi di criminologi, sociologi e accademici, puntualmente citati dal rapporto dell’Osservatorio di Cottarelli. Morale, illuminare una città a giorno non scaccerà mai le ombre della notte.
Igor Cipollina
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