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Mantova-Palermo sui pedali

L’avventura dell’architetto Antonia Araldi: «Un viaggio lento, al mio ritmo»

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MANTOVA. Si è messa sui pedali il 22 maggio, il giorno di Santa Rita, che è la patrona della cose impossibili e della cause perse. È partita che Mantova era inzuppata in un’atmosfera autunnale, ma Antonia Araldi non è tipa da scoraggiarsi per un po’ di pioggia. Il 22 maggio doveva essere e così è stato: ha caricato la bici come si deve, da cicloturista provetta, con la tenda e tutto l’occorrente per il lungo viaggio. Destinazione Palermo, dove si fermerà al campo antimafia di Corleone, andata tirrenica e ritorno adriatico. Ma senza fretta, senza pensieri che ti azzannano i polpacci e tagliano il fiato: la lentezza è il sapore di questa avventura.

Architetto e operatrice culturale, presidente del circolo Arci Fuzzy, in prima linea per strappare il quartiere di Valletta Valsecchi dal suo torpore di periferia, Araldi è sempre in movimento, anche quando sta ferma. Figurarsi quando pedala. «Sto benissimo, sono in viaggio, quindi al settimo cielo» s’accende d’entusiasmo Antonia, che ha battezzato il suo tour “PedalAnto”, condividendolo su Facebook. «È un viaggio lento, di esplorazione del paesaggio che cambia e del sentimento del nostro paese verso il cicloviaggiatore» racconta.

E poi c’è anche una dimensione più intima, perché Antonia è in missione per conto di se stessa: «Ho sempre avuto il sogno di fare il giro d’Italia e ora ho trovato l’occasione per farlo con il mio pezzo preferito, la bicicletta. La solitudine mi permette di andare al mio ritmo e di essere più disponibile all’incontro». A proposito dell’imperativo della velocità che accelera le nostre vite. A dodici giorni dalla partenza, Antonia ha già salutato Siena e imboccato la via Francigena per Roma, il 3 giugno il suo sguardo si posava sulle pietre di Sutri, provincia di Viterbo.

Alzi la mano chi non ha mai sognato di lasciarsi tutto alla spalle, anche solo per un po’, e ritrovare la giusta misura al suo tempo, e allora l’ammirazione per Antonia si carica d’interrogativi. Ma dove dorme? Cosa mangia? Quanto spende? Nell’ordine: dorme in tenda, oppure da qualche amico della comunità Warm showers, che offre alloggio ai cicloturisti, o in aziende agricole che danno ospitalità in cambio di lavoro volontario. Quanto ai soldi, ne occorrono meno di quanto si possa pensare. No, non è proprio un caso per Santa Rita.
 

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