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Elezioni 2018: sei Comuni mantovani scelgono il loro futuro

Si vota per sindaco e consiglio. Alle urne Castel Goffredo, Ceresara, Rodigo, San Martino, Borgo Mantovano e Borgofranco

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MANTOVA. È arrivata la giornata decisiva. Oggi (domenica 10 giugno) i cittadini di sei paesi del Mantovano vanno alle urne per rinnovare l’amministrazione comunale. Si vota a Castel Goffredo, Rodigo, Borgo Mantovano (il Comune nato dalla fusione tra Revere, Villa Poma e Pieve di Coriano), San Martino dall’Argine, Ceresara, Borgofranco sul Po.

Sei paesi, sei sfide. Che in questa tornata amministrativa hanno molto il sapore della contesa locale, tra persone e gruppi di persone, più che di un test politico. Lo dimostra il fatto che trionfano le liste civiche, salvo i casi di Castel Goffredo (dove un candidato, Achille Prignaca, guida una lista con i simboli di Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia) e di Ceresara (dove la lista di Maria Fiorella Grandelli esibisce i simboli di Lega e Popolo della Famiglia).

CASTEL GOFFREDO. Nel comune più importante per dimensioni la sfida è tra tre candidati. C’è Davide Ploia, vicesindaco uscente, che con la lista Progetto Civico tenta di proseguire il cammino avviato da Alfredo Posenato, sindaco negli ultimi anni e ora solo candidato consigliere. Ploia ha l’appoggio, pur senza simbolo, del Pd, ma anche dell’Udc. Il suo progetto è trasversale e lui stesso è vicino a posizioni moderate. Lo sfidano in due, entrambi da destra. Achille Prignaca (Centrodestra castellano), di cui si è detto sopra, e Roberto Lamagni (Rinascita Castellana), ex leghista da anni in rotta con il Carroccio, che corre da solo come cinque anni fa, dopo avere provato un accordo con il centrodestra per presentare una lista unica. Due volti a spartirsi lo stesso elettorato, e a rivendicare ciascuno il ruolo di rappresentante del centrodestra.

CERESARA. Sarà battaglia anche a Ceresara, dove i cittadini dovranno scegliere se dare fiducia al gruppo che ha amministrato negli ultimi anni con il sindaco Laura Marsiletti, ora guidato dall’ex consigliere Simone Parolini, oppure optare per Maria Fiorella Grandelli, vedova dell’ex sindaco Enzo Fozzato. E la sfida sarà proprio nel nome di Fozzato, perché Grandelli si è candidata in forte polemica con la Marsiletti (che proveniva dalla maggioranza del sindaco lumbard), accusata di avere tradito quell’esperienza amministrativa.

RODIGO. Spostiamoci a Rodigo, dove ci sono tre contendenti per la poltrona lasciata libera da Gianni Chizzoni, fermato dal divieto di un terzo mandato. A prenderne l’eredità è Gianni Grassi, assessore uscente al Bilancio, alla guida della lista trasversale Per la gente. Lo sfidano Barbara Broccaioli, con la civica Destinazione comune vicina al centrosinistra, e Alberto Ariotti di Immaginiamo, sostenuto dal Carroccio e pronto a incassare il risultato di cinque anni di opposizione.

SAN MARTINO. Cambiando area geografica, nel Viadanese si vota solo a San Martino dell’Argine, dove è battaglia accesa tra il sindaco leghista Alessio Renoldi e l’ex primo cittadino Roberto Basché, di centrosinistra. Basché torna nell’agone politico dopo anni muovendo critiche su più fronti a Renoldi. Quest’ultimo para i colpi e chiede ai cittadini altri cinque anni di fiducia per portare a termine il lavoro iniziato.

BORGO MANTOVANO. Infine, due sfide anomale nel Destra Secchia, entrambe legate alle fusioni tra municipi. A Borgo Mantovano è la prima elezione nella storia del nuovo Comune. E l’ultimo sindaco di Villa Poma, Alberto Borsari, vuole inaugurare la serie nell’ente nato dalle nozze con Revere e Pieve di Coriano. C’è un secondo candidato, Maurizio Bonalberti, che però è di bandiera, sceso cioè in campo con il solo intento di evitare che, con la presenza di una sola lista, scattasse l’obbligo del raggiungimento del quorum e l’arrivo del commissario in caso di fallimento dell’obiettivo.

BORGOFRANCO. Così avviene anche a Borgofranco, dove la posta in palio è di appena pochi mesi di mandato prima che, dal 2019, il consiglio comunale sia sciolto in vista della fusione, già decisa, con Carbonara. Si sono candidati il sindaco uscente Lisetta Superbi, Elisa Lui di Stop Commissariamento e, curiosità, c’è anche una lista composta da agenti penitenziari, tutti residenti a chilometri di distanza e il sospetto è che mirassero più che altro al mese di aspettativa retribuita che la legge concede loro per la campagna elettorale.

REGOLE. Si vota con una sola scheda, tracciando un segno solo o sul candidato sindaco, o sulla lista collegata al candidato sindaco o anche sia sul candidato sindaco che sulla lista collegata al medesimo candidato sindaco. In ogni caso il voto viene attribuito sia alla lista di candidati consiglieri che al candidato sindaco. È eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti: niente ballottaggio. Le preferenze si esprimono scrivendo negli appositi spazi il cognome (oppure il nome e cognome in caso di omonimia) dei candidati consiglieri comunali della lista votata. Nei comuni sotto i 5mila abitanti si può esprimere una sola preferenza. Nei comuni con popolazione superiore a 5mila abitanti è possibile esprimere due preferenze, ma queste devono riguardare una candidata di genere femminile ed un candidato di genere maschile (o viceversa), pena l’annullamento della seconda preferenza.
 

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