Boom di poveri e senzatetto. Tra loro sempre più italiani
Caritas e Abramo onlus mobilitate per l’accoglienza: oltre 200 le persone ospitate. Quasi raddoppiate in un anno le richieste d’aiuto da famiglie di connazionali
BARBARA RODELLAMANTOVA. Crescono le richieste di aiuto all’associazione Abramo, spalla operativa della Caritas che si occupa di dare ospitalità alle persone più fragili ed economicamente deboli. Nel 2017 la Onlus ha ospitato 236 persone, 36 in più rispetto all’anno precedente. Sono aumentati anche i giorni di accoglienza, 45.974, registrando +5.012 rispetto al 2016.
Sale il numero degli italiani, che quasi raddoppia, passando da 43 nel 2016 a 70: famiglie con bimbi piccoli e qualche anziano. I dati sono stati snocciolati dai referenti di Caritas e Abramo Onlus. Presenti, tra gli altri, il direttore di Abramo, Renato Gandolfi e Silvia Canuti, neo direttore della Caritas. «Il nostro obiettivo è accogliere e non mortificare- spiegano- mettendo in gioco affetto e capacità professionali».
Più italiani
Sei i servizi attivi. La comunità Casa della Rosa a Goito ospita donne con o senza figli, Epimèleia, con appartamenti tra Mantova e Curtatone, accoglie uomini in difficoltà, Housing Mamrè, a Mottella, è una comunità per famiglie mentre Casa San Vincenzo de’ Paoli, struttura unita a Guidizzolo, accompagna donne con e senza figli. E poi l’housing diffuso che con appartamenti in tutta la provincia accoglie singole persone o famiglie senza casa o con un minimo di autonomia e il programma richiedenti asilo con una comunità a Borgoforte con 11 posti e 7 appartamenti. Trenta le strutture a disposizione nel complesso: 26 appartamenti e 4 strutture grandi. Una macchina che si muove grazie a 18 operatori e circa 90 volontari.
I numeri
Nello specifico lo scorso anno l’associazione ha avuto contatti con 61 uomini soli, 11 donne sole, un minore solo, 21 donne con figli, un uomo con figli e 28 famiglie. Il servizio Epimèleia ha ospitato 20 uomini, sei in più rispetto al 2016, mentre Casa della rosa ha seguito 17 donne e 24 bambini. Undici le famiglie, due in più del 2016, e 45 le persone che si sono rivolte all’housing Mamrè e sei le donne ospitate con cinque bimbi a Casa San Vincenzo. L’housing diffuso, infine, ha accolto 20 famiglie, con un aumento di quattro rispetto al 2016, e 59 persone.
I profughi
Il programma richiedenti asilo ha aiutato 42 persone e sette famiglie. Ad appoggiarsi alla Onlus sono per lo più persone originarie del Maghreb e dall’Africa sub sahariana. E poi dal sud-est asiatico, principalmente Pakistan e Bangladesh e India in minima parte. Scende il numero degli europei: da 17 del 2016 a 8. Una persona sola è originaria dell’America del sud. «L’anno in corso – dice Gandolfi – vede il via di due nuovi servizi. Uno è legato ai corridoi umanitari per supportare famiglie di Siria ed Etiopia, l’altro riguarda l’accoglienza post Sprar (sistema di protezione di richiedenti asilo e rifugiati)».
Di fresca firma la convezione con i distretti di Mantova, Suzzara e Asola. Mantova partecipa siglando un accordo triennale (2018- 2020) con 210mila euro mentre Suzzara e Asola per il 2018 investono rispettivamente 35 e 25mila euro. —
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