Mantova, allarme terzo settore: «Volontari sempre meno numerosi. Mancano i giovani»
Il presidente del Club 3 Età, Luciano Tonelli, suggerisce un coordinamento della associazioni impegnate nell’assistenza agli anziani soli. «Il Comune può dare l’input»
Nicola CorradiniMANTOVA. «Crescono i bisogni degli anziani, ma diminuiscono i volontari. Il ricambio generazionale è insufficiente». A lanciare l’allarme è Luciano Tonelli, uno che il terzo settore mantovano lo conosce bene.
Fondatore e presidente del Club delle Tre età di via Indipendenza (quartiere Borgo Pompilio), Tonelli si occupa da anni di volontariato sociale, anche quando era seduto nei banchi del consiglio comunale.
Cos’è questa storia del ricambio generazionale che si è inceppato? «Io mi riferisco alle associazioni che si occupano di anziani - spiega Tonelli - confrontandoci con altri volontari, magari quando ci incrociamo quando accompagniamo gli anziani all’ospedale per una visita, ci rendiamo conto che il personale delle associazioni sta invecchiando. E purtroppo i giovani interessati a operare nel sociale come volontari sono davvero pochi. E i bisogni espressi dagli anziani, mi riferisco a persone con più di 75 anni e che vivono da sole, stanno aumentando. Nel senso che, con l’invecchiamento della popolazione, è in crescita il loro numero».
Non ha dati statistici alla mano, Tonelli. Non si tratta di controllare i numeri dell’anagrafe (o non solo quello), ma di individuare quanti di questi anziani hanno la necessità di essere seguiti.
«Parlo di persone ancora autosufficienti ma sole - dice Tonelli - che sopratutto in questa stagione rinuncia ad uscire per il troppo caldo e che magari saltano i pasti. Persone a rischio depressivo, perché molte di loro si lasciano andare. L’anno scorso ne seguivamo una trentina, ma oggi abbiamo almeno una cinquantina di persone a cui dedichiamo maggior attenzione. I nostri volontari fanno visite a domicilio, telefonano, rispondono alle chiamate. Ma anche se non ci possiamo lamentare come numero di operatori disponibili, è evidente che non possiamo coprire le esigenze quotidiane che hanno queste persone sole. E guardi che non sto accusando i servizi sociali di essere assenti. Noi collaboriamo con il Comune e i servizi sociali sono presenti, ma non bastano».
Quindi che fare?
Un’idea il presidente del Club ce l’ha. «Occorre coordinare le attività delle varie associazioni - dice - Credo che il Comune potrebbe dare un primo input, chiamando le associazioni che si occupano di anziani e promuovendo un coordinamento». —
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