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È l’ultima chiamata per il punto nascite: appello ai sindaci

Il comitato guarda all’incontro di lunedì 9 luglio in Regione. «Vogliamo avervi al nostro fianco per il territorio»

Riccardo Negri
1 minuto di lettura

VICOMOSCANO (Cr). Punto nascite Oglio-Po: ultima chiamata. Il comitato si rivolge direttamente ai sindaci, in vista di due appuntamenti - fissati per inizio settimana – che molti vedono come decisivi. «Scriviamo a voi sindaci - interviene il comitato - per ricordarvi che lunedì 9 luglio alle 14.30, il comitato sarà in audizione in commissione regionale sanità. Ci auguriamo di avervi con noi».

Oltre alla richiesta di sospendere la delibera che stabilisce la chiusura del punto nascite, si suggeriranno progetti e investimenti. «Analogamente ci auguriamo che il giorno successivo, quando sarete ricevuti alle 13.30 dall'assessore Gallera, non vogliate subire passivamente la chiusura, accettando promesse irricevibili, che altro non sono se non la nuova tappa di un progressivo svuotamento del nostro ospedale e di una marginalizzazione del territorio».

Al centro delle rivendicazioni, la richiesta di sospensione della delibera della giunta regionale «per le contraddizioni interne alla stessa». Il comitato evidenzia ad esempio che, nella richiesta di deroga alla chiusura fatta dalla Regione al governo nel 2016, sono stati indicati tempi di percorrenza per l’ospedale più vicino pari a 20-25minuti. «In realtà i minuti sono almeno 45-50 in condizioni meteo favorevoli, e più di 60 in caso di nebbia».

Come si ricorderà, l’assessore Gallera ha elencato, tra i motivi che hanno portato alla decisione di chiudere il punto nascite, anche la mancanza di risposte da Roma sull’ultima richiesta di deroga. «Chiediamo ai sindaci - ribadisce il Comitato - di non subire passivamente le spiegazioni della Regione. Denuncino piuttosto la mancata realizzazione del progetto elaborato da Asst Cremona nel giugno 2016 a supporto della richiesta di deroga. Con l’applicazione di tale progetto (adeguamento puntuale dell’organico medico al fine di presidiare ambulatori e consultori del territorio; miglioramento strutturale; interscambio degli operatori sanitari tra i due presidi ospedalieri dell’Azienda), il punto nascite è sicuramente in grado di recuperare i numeri richiesti dall’accordo Stato-Regioni». Il comitato nota infine che «occorre una revisione del piano aziendale, nell’ottica di tutelare il presidio casalasco dell’Azienda»; e preme «per l'effettiva attivazione dell'Ambito distrettuale e dell'assetto interaziendale Cremona-Mantova, rimasti per un anno e mezzo solo sulla carta».
 

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