Aereo parte da Mantova, scatta l’allarme terrore
Dopo mezz’ora di silenzio radio il velivolo viene affiancato dai caccia dell’Aeronautica militare: a bordo tre francesi
Igor CipollinaMANTOVA. Tensione e sollievo nei cieli di luglio: da protocollo, l’allarme è scattato dopo mezz’ora di silenzio radio e, nel giro di pochi minuti, i francesi decollati dall’aviosuperficie di Curtatone sono stati affiancati da due caccia dell’Aeronautica militare. Giusto il tempo di verificare che l’equipaggio stesse bene, e il silenzio non nascondesse cattive intenzioni, poi i due Eurofighter hanno fatto rientro alla base di Grosseto. Anche perché, nel frattempo, il contatto radio era stato ripristinato. L’episodio spezza l’ozio domenicale e racconta sia dell’ansia di questi tempi guastati dalla paura del terrorismo, sia dell’efficacia della macchina della sicurezza nazionale. E del soccorso in volo: terrorismo o meno, l’equipaggio poteva essere in difficoltà.
Tutt’altro che sprovveduti i francesi atterrati a Ponteventuno, frazione di Curtatone, per concedersi una breve parentesi da turisti: due sono piloti di una pattuglia acrobatica, il terzo è ingegnere e tecnico di volo. Tre amici curiosi di visitare Mantova e immergersi nell’orizzonte della sua bellezza.
Arrivati nel pomeriggio di sabato, i francesi hanno cenato insieme ai soci dell’Aero Club Mantova, chiacchierando di aeroplani e della comune passione per il volo, da buoni cugini di cielo. Quindi, dopo la notte in albergo, ieri mattina si sono lasciati condurre in giro per la città, facendo tappa a Palazzo Te. Con la magia della Sala dei Giganti ancora negli occhi, alle 11.30 erano già a bordo del loro Robin DR-400, pronti ad attraversare il cielo in direzione contraria, con destinazione aeroporto alpino di Gap-Tallard. Non prima di aver contattato il radar di Verona e aperto il piano di volo.
Il velivolo si è allontanato nel cielo di Curtatone fino a diventare un puntino appannato. Un puntino governato da regole precise: lo spazio aereo è organizzato in zone, nel passaggio da una all’altra è necessario cambiare frequenza radio e comunicare con il relativo ente di controllo del traffico aereo. Cosa sia capitato ai francesi non è chiaro – forse hanno sbagliato a inserire la frequenza, forse la radio ha fatto i capricci – ma per mezz’ora il Robin DR-400 è rimasto in silenzio.
Trenta minuti è proprio il limite oltre il quale scatta l’allarme per la difesa dello spazio aereo nazionale: così dalla base di Grosseto sono immediatamente decollati i due caccia F-2000 Eurofighter, con l’obiettivo d’intercettare il velivolo muto (il termine militare è “scrumble”). Missione compiuta in pochi minuti e contatto radio nel frattempo riallacciato. A increspare la domenica di luglio anche un secondo episodio, un’ora e mezza più tardi, quando due caccia sono partiti dalla base di Gioia del Colle (Bari) sulla scia di un altro velivolo inciampato un silenzio ostinato, questa volta di una compagnia canadese: decollato da Madrid, stava attraversando lo spazio aereo italiano per raggiungere Skiathos, in Grecia. Contatto ripristinato e lieto fine. —
IG.CIP
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