«Dodici ore di lavoro al giorno ma non mi pagano da febbraio»
La rivolta dei braccianti contro un imprenditore del Destra Secchia. Dieci operai chiamano la Flai Cgil, due le denunce all’Ispettorato
Sabrina PinardiMANTOVA. Per dodici ore al giorno sceglie e confeziona la frutta, con una pausa di mezz’ora, non di più. E da febbraio a questa parte lo fa a costo zero per l’azienda. Olga (nome di fantasia), originaria dell’est Europa, è una delle dieci operaie di un’azienda agricola del Destra Secchia che hanno avuto il coraggio di denunciare la loro situazione alla Flai Cgil. Ma sulla stessa barca c’è un altro centinaio di operai assunti come stagionali direttamente dall’impresa e altri quaranta che risultano essere soci di una cooperativa, anche loro in attesa di essere pagati da tre o quattro mesi.
«Cominciamo all’una e mezza di notte e finiamo all’una e mezzo del pomeriggio - racconta Olga - ma c’è anche chi ha il turno dalle 10 del mattino alle 10 di sera. Nel posto in cui mangiamo ci sono sporco e insetti. E c’è un uomo che ci urla dietro perché vuole che lavoriamo più in fretta e minaccia di lasciarci a casa se non confezioniamo abbastanza prodotto. Ci hanno detto che chi non riesce a fare cinquanta casse in un’ora se ne deve andare».
Olga ha provato a chiedere almeno un acconto sullo stipendio. «Sempre la solita storia» le hanno risposto i titolari, che senza dire niente hanno anche abbassato la tariffa oraria: «Prima pagavano 7,5 euro lordi all’ora, adesso sono scesi a 6,8, ma sul contratto non è riportato».
Due operai dell’azienda hanno già sporto denuncia all’Ispettorato del lavoro, mentre gli altri otto sono in attesa di un parere da parte del sindacato. «Stiamo seguendo diversi casi preoccupanti - spiega Gianni Gerace della Flai Cgil - e stiamo monitorando le aziende. Ci limitiamo a dare informazioni e sostegno ai lavoratori. Al resto ci pensano istituzioni e forze dell’ordine. Serve anche la repressione per tutelare chi lavora onestamente e siamo fiduciosi per ciò che stanno facendo sul territorio». Un territorio che, secondo gli ultimi dati del Tavolo permanente sulla buona agricoltura di Sermide e Felonica, al quale prendono parte anche le associazioni agricole, starebbe rispondendo positivamente. Dalle ultime rilevazioni risulta in calo, per esempio, il ricorso alle cooperative.
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