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La cicogna non c’è più, cartelli all’ospedale e la protesta si allarga

In vista alleanze con altre zone private del punto nascite. Il comitato: nessun conflitto con Asola, dobbiamo allearci

Riccardo Negri
1 minuto di lettura

VICOMOSCANO (Cr) . Una serie di cartelli è stata affissa davanti all’ospedale Oglio Po, per segnalare che presto nella struttura non arriverà più la cicogna, e che gli ospedali più vicini per partorire saranno Parma e Cremona (rispettivamente a 39 e 42 chilometri). L’iniziativa è stata rilanciata sulla propria pagina facebook dal comitato “Io sto col punto nascite Oglio-Po”: il territorio, insomma, non intende smettere di tenere alta l’attenzione, né tantomeno rassegnarsi alla decisione della giunta regionale di chiudere, entro l’anno, il reparto di ostetricia di Vicomoscano. Il timore espresso da molti è che la perdita del reparto nascite possa essere solo il primo atto di un progressivo depauperamento dell’intero ospedale.

La problematica non riguarda unicamente il presidio viadanese-casalasco. Nel Veneto, ad esempio, sono tre i punti nascita che, nel 2017, non hanno raggiunto il numero di 500 parti, e che pertanto sembrano destinati alla chiusura. Il governatore Luca Zaia, nei giorni scorsi, ha tuttavia incontrato a Roma il ministro della sanità Giulia Grillo, e le ha chiesto di avviare una valutazione che permetta ai punti nascita a rischio di rimanere aperti in deroga. Ma i sindaci delle località interessate starebbero pensando anche al ricorso al Tribunale amministrativo.

Sabato notte, intanto, una donna ha partorito all’eliporto di Vulcano (isole Eolie), dove il punto nascita non esiste più: la velocità del travaglio ha impedito alla donna di essere trasferita per tempo nell’ospedale designato. Un’eventualità che, secondo molti, potrebbe per certi versi ripetersi anche nel territorio viadanese-casalasco: da Viadana capoluogo serve un’ora di auto tanto per raggiungere il Poma di Mantova quanto per andare al Maggiore di Cremona.

Il Comitato per la salvaguardia del presidio ospedaliero Oglio-Po interviene intanto per chiarire che la sua attività a difesa del punto nascita di Vicomoscano non entrerà in conflitto con Asola. «La soluzione – scrive il Comitato – sta invece nella collaborazione tra le Aziende socio-sanitarie di Mantova e Cremona, ad esempio per la copertura di reperibilità. In tal senso, Asola e Vicomoscano possono essere complementari e supportarsi a vicenda: al presidio Oglio-Po c’è la necessità di far ruotare i propri specialisti, così da aumentare il numero di parti cui assistono, mentre ad Asola manca la rianimazione, che potrebbe però essere garantita a Vicomoscano». —

 

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