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“Ed è amore per l’italiano”

Debuttano oggi le storie scritte da un autore del Festival 2017 e da uno studente. Le pubblicazioni proseguiranno per tutto agosto fino all’inizio della kermesse letteraria 2018

Olja Savicevic Ivancevic e Giulia Donelli
4 minuti di lettura

Oggi iniziamo la pubblicazione dei “Giovani racconti d’autore”, la nostra iniziativa cominciata durante lo scorso Festivaletteratura e che ci accompagnerà verso l’edizione 2018 della kermesse letteraria più amata. I Giovani racconti d’autore sono storie scritte a quattro mani da un autore dello scorso Festival e da uno studente mantovano. Il tutto è stato possibile grazie alla collaborazione di dodici fantastici autori che hanno regalato ai ragazzi 12 incipit di storie ambientate a Mantova da completare. Il debutto è affidato alla scrittrice croata Olja Savičević Ivančević e alla studentessa Giulia Donelli, che lo scorso anno ha frequentato la prima media dell’istituto comprensivo Don Milani di San Giorgio. Tutti i racconti saranno disponibili su www.gazzettadimantova.it. (1. continua)

 

Quella notte Maria era a letto, molto arrabbiata, sopratutto con se stessa. Le vacanze invernali erano noiose, tutti erano andati da qualche parte: dai cugini, in altre città, oppure a sciare se i loro genitori avevano i soldi. Ma Maria non aveva parenti in altre città e i suoi genitori non avevano soldi e l’ultimo giorno prima delle vacanze aveva ricevuto un voto negativo in italiano. La mamma disse: «Un voto negativo in italiano?! Ancora?! Finché non rimedi un buon voto, niente internet!»

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Come fare però a rimediare al voto durante le vacanze, che non c’è la scuola? Forse rimanere in punizione è anche meglio, piuttosto di fissare le foto su Instagram dei suoi amici che si stanno divertendo mentre lei è a marcire in casa. Se almeno potesse scomparire da questa noiosa città, se almeno potesse svegliarsi in qualche luogo lontano, ovunque da qualche parte sull’altra sponda di quel mare che vede fuori dalla finestra...

Il mattino dopo, Maria si sveglia davvero in un altro posto: in una bella stanza in una bella casa dove quella mattina non c’è nessuno. Guarda attraverso la finestra e vede la bella piazza ornata e affollata di persone - tutti si stavano preparando per la festa di Capodanno. Si sentiva la musica e il profumo delle torte. «Sto sognando?» mormorò Maria, così indossò velocemente un cappotto e un berretto che trovò nell’uscire da casa e corse fuori per scoprire dov’era. Ma una volta fuori, l’umore di Maria cambiò, il sogno si stava trasformando in un incubo: non solo nessuno capiva perché lei parlava croato, ma tutti, proprio tutti in quella città parlavano italiano!

Senza tenere conto dei problemi si mise a passeggiare per la città sperando di trovare qualcuno che la aiutasse. La città era piena luci e gente che passava, ma nessuno le prestava attenzione. Dopo aver girovagato per la città Maria era sempre più stanca e affamata. Attirata da un buonissimo profumo arrivò davanti alla vetrina del panificio di via Verdi. In vetrina c’erano biscotti di ogni tipo, torte squisite e salatini. Maria restò lì incantata qualche minuto. Aveva una fame tremenda, ma purtroppo non aveva nessun soldo per acquistare qualcosa.

Quella mattina Giovanni, dato che era a casa da scuola, era stato costretto dal padre a lavorare con lui al forno. A Giovanni il tempo sembrava non passare mai, sempre gli stessi clienti da servire, le stesse conversazioni e quella mattina sembrava interminabile... Giovanni stanco di lavorare, chiese al padre se poteva fare una pausa e in quel momento vide Maria che fissava i dolci in vetrina. A prima vista le parve bellissima, il suo cuore cominciò a battere forte ma notando che era straniera cercò un pretesto per fare amicizia ... ed ecco un’idea brillante: «vado a offrirle una torta» pensò Giovanni. Così andò al bancone e prese un pezzo della sua torta preferita, la sbrisolona, e corse fuori a portargliela. Maria si trovò davanti un bellissimo ragazzo, dai capelli castani e dagli occhi verdi e profondi, con uno sguardo aveva già catturato il suo cuore. Giovanni le stava di fronte porgendole la torta e Maria aveva intuito che gliela voleva offrire, era riuscita a capire almeno due parole di italiano: “vuoi” e “torta”, forse i suoi studi almeno un po’ erano serviti.

Maria era felicissima, finalmente qualcuno che le prestasse attenzione, ed era anche contenta di poter mangiare qualcosa. La torta era buonissima, la cosa che le piaceva di più erano le mandorle... ne andava matta. Dopo aver finito la torta Giovanni invitò Maria a fare un giro per Mantova. Incredibile era riuscita a capire anche questo! Maria decise di accettare l’invito, non aveva nessun’altro a cui chiedere aiuto, nessun’altro di cui fidarsi.

Così salirono sula bellissima vespa rossa, era una di quelle vespe stile italiano, Maria aveva sempre desiderato vederne una e adesso poteva anche salirci e ne era contentissima.

Come prima tappa visitarono una delle principali piazze della città, piazza Erbe. Maria vide la piazza, ma ciò che la colpì di più fu la torre dell’Orologio. Entrarono e salirono di fretta le scale finché non arrivarono a una finestra. Da lì si poteva ammirare l’intera piazza colma di gente piena di allegria e festoni colorati. Era bellissima, ma nonostante il meraviglioso scenario la gita per Mantova non era ancora finita...

Salirono nuovamente sul motorino e da Piazza Erbe andarono alla Casa del Rigoletto, alle spalle della cattedrale quattrocentesca. Era una casetta con un giardino con piante e fiori e nel mezzo c’era la statua del giullare di corte. Aveva uno strano vestito e in mano stringeva una scettro. Quando Maria vide il giardino con al centro la statua del bizzarro artista, cercando di spiegarsi il meglio possibile, chiese a Giovanni chi era quello strano personaggio. Giovanni con gesti e parole spiegò la storia. Maria capì perché il giullare aveva quell’espressione triste, era dovuta alla tragica perdita della figlia tanto amata. Ad un tratto le scese una lacrima. Giovanni vedendola triste decise di ripartire per andare a fare un giro sul lago.

Presero una barca abbandonata da un pescatore, una di quelle in legno con i remi e incominciarono ad allontanarsi dalla riva. Ormai stava iniziando a fare buio, si vedeva in lontananza il profilo della città illuminato dalle luci e il castello di San Giorgio... Maria era senza parole davanti a quello spettacolo.

Mentre era voltata Govanni tirò fuori dalle tasche due lanterne di carta, quel tipo di lanterne che una volta accese iniziano a volare. Le accese entrambe e ne diede una a Maria. Le lanterne incominciarono a volteggiare nel cielo buio. Maria era stupefatta, non aveva mai visto delle lanterne volanti in Croazia. Restarono lì a guardarle per minuti, le due lanterne continuavano a volteggiare fra di loro, sembravano innamorate. Ma non solo le lanterne erano innamorate, anche fra i due ragazzi si stava creando una magica atmosfera. Rientrarono verso riva e Giovanni portò Maria verso piazza Virgiliana per farle provare la pista di pattinaggio. C’era un bellissimo villaggio di Natale con bancarelle di dolci e regali, tutto illuminato con luci colorate.

Maria si fermò a guardare il negozio della Thun e poi girarono una ad una tutte le bancarelle. Mentre Maria era intenta a guardare le bancarelle Giovanni svelto corse a prenderle una cioccolata calda, voleva farle una sorpresa. Quando Maria si girò, Giovanni era già lì con due tazze di cioccolata in mano. Andarono verso la pista di pattinaggio, Maria voleva provare. Chiesero i pattini e entrarono in pista, cominciarono a girare in tondo e poi provarono a fare buffe acrobazie. Maria era bravissima, si mise a fare giri e giri su se stessa e salti. Ma durante un salto cadde, un urto fortissimo. Fu in quel momento che Maria si ritrovò nel suo letto e capì che era stato solo un sogno.

Con il ricordo di quel bellissimo sogno Maria studiò italiano con più impegno e passione nella speranza di fare forse un giorno un viaggio in Italia e magari di incontrare qualcuno come Giovanni.
 

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