Adesso è lotta alla solitudine. Via al censimento degli over 75
Il Comune farà un monitoraggio degli anziani per un piano di assistenza mirato. L’assessore Caprini: coinvolgeremo le associazioni per intervenire con rapidità
MANTOVA. Un censimento degli over 75 per capire chi è già assistito da un famigliare o dal Comune e intercettare chi, invece, è solo e non gode di protezione sociale. È il progetto che sta preparando l’assessorato al welfare, in sinergia con le associazioni di volontariato, con l’obiettivo di togliere dalla solitudine i “grandi anziani” della città che vivono nella marginalità e offrire loro assistenza e sostegno.
Monitoraggio
«Abbiamo in mente un vero e proprio censimento, a partire dalla situazione anagrafica - dice Andrea Caprini, assessore al welfare -, per andare a intercettare tutti gli anziani che vivono da soli. Alcuni naturalmente sono già monitorati dai servizi sociali, numerosi ricevono assistenza a domicilio attraverso Aspef. Molti hanno già un’assistente familiare privata o una rete familiare che li accudisce. Altri magari avranno solo bisogno di essere coinvolti in attività dedicate. A prescindere dal grado di bisogno, vogliamo avere un quadro preciso e costantemente aggiornato così che si possa intervenire con tempestività in ogni circostanza, al fianco della famiglia o al suo posto dove non c’è. Certo si tratta di un lavoro enorme ma i nostri anziani meritano questo ulteriore sforzo».
quattro fasi
Il piano prevede quattro fasi. La prima consiste nel creare un tavolo con le associazioni che operano su questo fronte, dove verrà condiviso e finalizzato il progetto, definendo modalità e tempistiche. La seconda vedrà gli uffici dei servizi sociali incrociare i propri dati con quelli dell’anagrafe individuando tutti gli anziani soli over 75 residenti, per individuare quanti non sono già nella rete di assistenza del Comune. La terza fase consisterà nel capire quali tra gli anziani soli over 75 non assistiti dal Comune sono però nel radar della rete delle associazioni. La quarta fase prevede una presa di contatto diretta degli anziani fuori dalla rete comunale e delle associazioni, per introdurli nel monitoraggio costante in sinergia con il terzo settore e la conseguente presa in carico dove si registrerà un bisogno.
Volontariato
«Dove la situazione sarà già seguita dai familiari o rileveremo la presenza attiva di assistenti privati - spiega Caprini - il nostro compito sarà di monitorare e offrire sostegno a chi si occupa di loro. Diversamente, dove troveremo situazioni di solitudine interverremo immediatamente con tutte le nostre risorse e strutture». Il progetto prevede l’attivazione dei servizi sociali, delle assistenti sociali professionali, di Aspef e di tutte le associazioni di volontariato presenti nei vari quartieri.
«Ciascuno di noi, ma la città tutta, deve molto ai nonni mantovani - dice il sindaco Mattia Palazzi - sono ancora loro che reggono molte famiglie e sono loro, la loro generazione che ha aiutato la crescita della nostra città e territorio. Entro l’anno avremo a disposizione le risorse del lascito della signora Carla Alberti. A ottobre presenteremo il piano complessivo, ma già ora posso dire che parte delle risorse saranno utilizzate per servizi e strutture permanenti, mentre un’altra parte la investiremo in progetti di contrasto alla solitudine degli anziani, coinvolgendo le associazioni».
L’idea è di creare una rete con maglie sempre più strette per non lasciare nessuno solo e per riattivare risorse che sono preziose per la città. Un’azione che vedrà il Comune e in particolare l’assessorato al welfare, svolgere, oltre al proprio ruolo di assistenza anche quello di coordinamento, coinvolgendo le associazioni e le centinaia di volontari che ogni giorno danno risposte concrete ai bisogni degli anziani. —
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